Mosul prova a tornare alla normalità: riaprono i bazar, si celebrano le nozze (video)

3 Mag 2017 12:55 - di Lara Rastellino

Il reportage girato nella piana di Ninive registra il difficile ritorno alla normalità in Iraq, specie nelle zone devastate dal dominio dell’Isis e dalla guerra indetta per detronizzarlo. Nel video riportato in apertura, allora, l’inviato del Tg Post, Massimiliano Cochi registra il difficile ritorno a casa dei cristiani nei villaggi della pianura di Ninive riconquistati solo di recente all’Isis. E le immagini, quasi come un termometro del clima e degli umori che si respirano in queste ultime settimane, evocano sofferenze e devastazione, ricostruzione e speranze, su cui, dopo il diominio di Daesh, incombe ora la difficile gestione del territorio conteso tra il governo centrale iracheno e quello regionale dei curdi.

Mosul prova a tornare alla normalità

Intanto, dopo oltre due anni di potere dei miliziani del terrore agli ordini del Califfo, nella Mosul liberata dalle forze della coalizione, torna a rivivere il colore dei bazar, i negozi rialzano le serrende, i mercatini rionali allestiscono banchi di frutta e verdura. I ragazzini si riaffacciano nelle stradine vicino le loro abitazioni, nei cui pressi le macerie vengono rimosse e le tubature riparate. E, soprattutto, nell’attesa della riconquista anche dei quartieri occidentali, la città prova a tornare alla normalità. Alla vita. All’amore. Già, all’amore: anche se Mosul continua a essere teatro di guerra tra l’esercito iracheno e l’Isis, in alcuni quartieri della zona est gli abitanti cercano di rimpossessarsi il più possibile di una quotidianità peduta dall’inizio del dominio militare dei tagliagola jihadisti e del conflitto seguito alla loro occupazione violenta.

Il dramma degli sfollati, la speranza del ritorno

Nel frattempo, il raduno per i fuoriusciti da Mosul ovest è al checkpoint di uscita, con i bus in partenza verso i campi di accoglienza. Il drammatico bollettino degli sfollati, dall”inizio delle operazioni di riconquista di Mosul ad oggi, quantifica con l’attendibilità della matematica percentuale il dato secondo cui i profughi sarebbero «oltre 330mila» e, inbase a un recente rapporto delle Nazioni Unite, una gran parte di loro ha già lasciato i campi o è in procinto di farlo, nel tentativo di tornare a ripopolare la zona est della città. Nonostante tutto…

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