Dopo Lupi ecco la Vicari, sul partito di Alfano la maledizione del Rolex

20 Mag 2017 13:01 - di Niccolo Silvestri

Stesso ministero, stessa marca, stesso partito: un Rolex costò il posto di ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, un Rolex ha costretto alle dimissioni da sottosegretario dello stesso dicastero Simona Vicari. Entrambi esponenti di Ap (Alternativa Popolare), già Ncd, alfaniani per intenderci. Con una non piccola differenza, però: nel caso di Lupi, l’orologio fu regalato al figlio Luca in occasione della laurea e senza alcun nesso con “controprestazioni” illecite da parte dell’allora ministro, cui va dato atto di essersi dimesso pur non essendo indagato. Nel caso della Vicari, accusata invece di corruzione, la situazione è più complicata: stando almeno a quel che si legge nelle carte del gip di Palermo, la senatrice avrebbe infatti accettato «di buon grado» il Rolex dal valore di 5800 euro «a seguito di un esercizio delle sue funzioni smaccatamente orientato a favore degli interessi dell’armatore Ettore Morace». Sia come sia e nell’attesa che la giustizia faccia il suo corso, al cronista non resta che rilevare come il Rolex, da prestigiosa marca di preziosi (e costosi) orologi, inchiesta dopo inchiesta si stia trasformando per Angelino Alfano in una sorta di ossessione. C’è da dubitare persino che gli venga più in mente di chiedere “che ora si è fatta?” nel bel mezzo di una di quelle interminabili riunioni di partito, dove il riferimento all’orario è giusto un diversivo, un modo come un altro per ricordare che, in fondo, anche gli onorevoli hanno uno stomaco e devono pur mangiare. Idem per feste e compleanni, sempre in agguato con il loro ambiguo carico di doni e regalini. E se in uno di quei pacchetti infiocchettati si annidasse un Rolex? Siamo pazzi. Meglio una circolare riservata con cui invitare i membri del partito a sospendere qualsiasi festeggiamento, almeno fino alla celebrazione delle prossime elezioni. Non si sa mai. Già, perché Angelino, e non solo per colpa dei Rolex, non se la passa tanto bene. La verità è che il suo Ap lo schifano un po’ tutti, persino Renzi che dei suoi servigi ha goduto non poco. Per questo ha chiesto al Pd di innalzare al 5 per cento l’asticella della legge elettorale. Un vero Everest per Alfano, che rischia seriamente di giocarsi il seggio. A meno che non decida di tornare all’ovile berlusconiano. In fondo non è impossibile. Basterebbe riportare indietro le lancette… Alt! Ancora con gli orologi. Fermiamoci qui, altrimenti ci riscappa il Rolex.

 

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