“L’Italia è un posto di m…”. Tunisino sfrontato al processo: «È libertà d’espressione»

31 Mag 2017 17:02 - di Penelope Corrado

È tuttora in corso il processo a un tunisino irregolare che ai carabinieri aveva ripetuto più volte: “L’Italia è un posto di merda”, vantandosi di essere entrato e uscito dal nostro Paese per ben tre volte. Il fatto è avvenuto un anno fa e il processo è tuttora in corso. Secondo la nostra legislazione con gli insulti ripetuti all’Italia il 30enne tunisino ha commesso il reato di vilipendio alla nazione italiana.

Il tunisino fermato dai carabinieri della provincia di Milano

Stando all’imputazione, il cittadino nordafricano, durante un controllo delle forze dell’ordine che volevano identificarlo, a Corsico (Milano), l’11 dicembre 2015, avrebbe “pubblicamente” affermato: «Io entro ed esco dall’Italia quando voglio, sono entrato ed uscito tre volte, tanto qui mi fanno fare quello che voglio, l’Italia è un posto di m…, fate quello che volete, tanto l’Italia è un posto di m…., è meglio Allah che l’Italia di m…. con voi italiani, dico all’avvocato che mi avete violentato, tanto qui si può fare quello che si vuole». Il reato di vilipendio alla nazione è punito con una multa da mille a cinquemila euro.

L’avvocato del tunisino: “Va a processo per una norma fascista”

L’avvocato del tunisino, Mauro Straini, ha depositato un’ eccezione di legittimità costituzionale perché considera l’articolo 291 del codice penale, introdotto durante il regime fascista, contrario all’articolo 21 della Costituzione che difende la libertà di manifestazione del pensiero. Il vilipendio della Repubblica italiana è un reato punito con una multa da 1.000 a 5.000 euro. Considerando che il tunisino è irregolare, senza fissa dimora e nullatenente, comunque vada resterà impunito.

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