L’Islam contro la Fifa: “I calciatori non devono fare il segno della croce”

13 Mag 2017 15:20 - di Carlo Marini

La richiesta choc al governo del calcio mondiale arriva dall’Arabia saudita. Bisogna vietare ai calciatori di fare il segno della croce per non offendere l’Islam. «Ho visto immagini di calciatori che dopo un’azione o un goal, si fanno il segno della croce. Come mai la Fifa non li punisce?». A formulare l’istanza è un autorevole religioso musulmano, Mohammad Al-Arefe, insegnante di teologia islamica all’Università di Riad. Una richiesta che ha sollevato un vespaio di polemiche sul web, ma che ha destato un certo allarme nel mondo del calcio.  Per ora la Fifa non ha risposto ufficialmente alla richiesta, ma non è la prima volta che, davanti ai petroldollari, il governo del pallone mondiale cambia regole e regolamenti.

il teologo saudita: "Il segno della croce in campo è contro l'Islam"

il teologo saudita: “Il segno della croce in campo è contro l’Islam”

“Il segno della croce in campo è contro l’Islam”

Il religioso sunnita solleva infatti una questione aperta da tempo all’interno del mondo islamico. Non è un caso se il Real Madrid sia stato costretto a modificare il suo simbolo, che aveva inserita una croce, per non offendere la sensibilità dei tifosi islamici. Tifosi del Medio oriente che, per quanto riguarda il merchandising e i diritti televisivi, sono diventati sempre più importanti per il mondo del pallone. Non è un caso se le partite del nostro campionato sempre più spesso vengono trasmesse a orari impossibili. Orari che, tuttavia, si conciliano meglio con quelli orientali o mediorientali.

Il mondo del calcio sempre più in mano all’Islam

Il calcio sempre più in mano all’Islam e ai paesi mediorientali, tanto che i mondiali del 2022 si disputeranno in Qatar. Per l’occasione, la Fifa sposterà i campionati di serie A di mezza Europa. I mondiali si terranno, infatti, per la prima volta in inverno (date le temperature torride del Qatar) con la finale in prossimità del Natale. 

“L’esempio del calciatore simbolo dell’Islam”

Su Twitter, il profilo del teologo sunnita è stato tempestato di proteste dei tifosi di mezzo mondo. E c’è chi ha citato Mohamed Salah, il calciatore egiziano della Roma: “gioca nella culla del cristianità, ma nessuno gli impedisce di pregare in ginocchio verso la Mecca dopo ogni goal”, fa notare qualche follower. Ma la par condicio invocata dall’Islam non esiste. Esiste solo il divieto di non essere musulmani.

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