Legge elettorale, è caos sul testo base: tutti avanti in ordine sparso

16 Mag 2017 17:39 - di Redazione

Legge elettorale, tutti avanti in ordine sparso: da un lato Pd, Lega e Ala (verdiniani) a difesa del neobattezzato rosatellum (dal nome del capogruppo dei renziani alla Camera Ettore Rosato), dall’altro, a sostegno del testo base preparato dal relatore Mazziotti di Celso, il cosiddetto cespugliellum, FI, M5S, Ap, ex-montiani e Fdi-An dall’altro. In mezzo gli scissionisti del Mdp di Bersani, che hanno annunciato di astenersi sul testo base perché contrari ai capilista bloccati. E più aumentano i latinorum, più cala la possibilità di trovare un’intesa sulla nuova legge elettorale.

Legge elettorale: Renzi e Alfano alleati contro

Il rosatellum o mattarellum corretto prevede metà seggi eletti nei collegi e metà in liste. È stato attribuito alla fertile fantasia del Pd ma, in realtà, è stato ideato da Denis VerdiniL’altro, invece, quello che Renzi ha bollato come cespugliellum, solo fino a qualche giorni fa era l’italicum bis, cioè quel che rimaneva legge per eleggere la Camera dopo la sentenza della Consulta, e che è stata per l’occasione estesa anche al Senato: impianto proporzionale, capilista bloccati e sbarramento al 3 per cento. Almeno al momento, la confusione è sovrana: la maggioranza è spaccata e, per l’occasione, anche il centrodestra somiglia più ad un’armata Brancaleone che a un reggimento prussiano.

Mazziotti relatore in bilico. Pronto Fiano (Pd)

Comunque sia, la sorte della proposta di Mazziotti è segnata. Renzi neppure lo prende in considerazione e nel pomeriggio “cala” una dichiarazione che suona come una campana a morto per il testo base: «Noi – dice – abbiamo oggi in discussione alla Camera la legge elettorale, spero che il Pd possa convincere gli altri partiti ad andare verso il mattarellum se non al 75 per cento almeno al 50 per cento. Speriamo ci siano i numeri». L’ex-premier ritene che sia il momento di prendersi la rivincita contro il fronte del “no” che lo ha sconfitto al referendum del 4 dicembre scorso. «È evidente – dice – che si è creata la palude, tutto è bloccato. Chi ha detto che in sei mesi si sarebbe rifatta la Costituzione, tagliamo lì e là non è riuscito a mantenere gli impegni presi con gli italiani». In realtà Renzi denuncia un clima che egli stesso alimenta. E la sorte del testo base sta lì a dimostrarlo. L’unico modo per non bocciarlo è ritirarlo. In questo caso – fanno sapere dal Pd – il relatore al posto di Mazziotti sarà il renziano Emanuele Fiano.

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