Evitate “balena azzurra”, il “gioco” horror che sul web istiga i giovani al suicidio

11 Mag 2017 14:51 - di Prisca Righetti

L’orrore corre sul web: il suo creatore e divulgatore sembra avere un nome e un volto, ma il raggio d’azione in cui il male che genera e dirotta su suoi sventurati fruitori opera e si diffonde è incalcolabile. E non parliamo di deep web, o di quell’indecifrabile cono d’ombra della Rete che pesca nell’innocenza per trascinare ragazzini e adolescenti nel vortice del dolore e dell’abuso, ma di un “gioco” dell’orrore accessibile online e che fa breccia nei cuori di giovani fragili, disposti a mettersi alla prova con le più terrificanti esperienze d’iniziazione al male, anche estremo purtroppo…

La trappola mortale del gioco “balena azzurra”

Stiamo parlando di un nuovo “gioco” dunque – ma in tanti modi si potrebbe definirlo, in realtà, piuttosto che chiamarlo “gioco” – ribattezzato la balenottera azzurra, che sta spopolando nel mondo dei giovani e a cui,  solo negli ultimi sei mesi, sono stati addebitati i suicidi di almeno 130 adolescenti caduti nelle maglie delle sue insidie. Un percorso di iniziazione che si conclude con la morte del concorrente, attualmente oggetto di indagini da parte della polizia russa, perché quello è il mondo di provenienza internetica. Il gioco, allora, invita i partecipanti ad affrontare una serie di (assurde) prove. Ad esempio, guardare film dell’orrore per un giorno intero, senza sosta; incidersi a mo’ di tatuaggio sul corpo una balenza azzurra (da qui il nome di Blue Whale appunto); di svegliarsi continuativamente alle 4.20 del mattino, il tutto per 50, improcrastinabili giorni. Allo scoccare dell’ultimo appuntamento, poi, si passa direttamente a giocare a scacchi con la morte: ma non da un lato all’altro di un tavolino, ma dall’ultimo piano di un alto palazzo, “trampolino” dal quale il gioco invita il suo concorrente all’epilogo a lasciarsi cadere giù…

Istigazione a cadere nella trappola virtuale fino a suicidarsi

Un invito al suicidio su cui stanno indagando gli agenti della polizia russa, consapevoli che – come riportato dal Siberian Times nelle scorse settimane – la provocazione ludica che arriva dalla rete ha già fatto 130 vittime in soli 6 mesi. Una vera e propria commissione d’inchiesta russa è sul pezzo, impegnata soprattutto a definire la rete di contatti intessuta dai ragazzi coinvolti nel gioco della balenottera azzurra attraverso i social. E per ora un risultato gli inquirenti lo hanno raggiunto: dopo aver scoperto che le vittime della folle moda suicidaria appartenevano agli stessi gruppi online; dopo aver appurato che tutte i suicidi avevano alle spalle famiglie tranquille e non storie di dolore e di disagio, gli investigatori al lavoro sul caso hanno anche scoperto chi poteva vigliaccamente nascondersi dietro l’anonimato del web per istigare i ragazzi a uccidersi lasciandosi cadere nel vuoto. Secondo quanto riporta il Siberian Times, dietro la macchina tragicamente letale del Blue Whale ci sarebbe Budeikin Phillip, un ragazzo di 21 anni, accusato di essere l’ideatore e il divulgatore della trappola virtuale. Per lui si sono aperte le porte della prigione. Per le sue vittime, invece, quelle del non ritorno… 

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