Cuore e batticuore giallorosso. Totti è la Roma. Oggi s’è chiusa un’epoca

28 Mag 2017 21:02 - di Guglielmo Federici

“Ho pianto sempre, tutti i giorni come un matto“. “Io starei qua altri 25 anni”. Prende il microfono e parla, Francesco Totti a fine gara, vinta col Genoa e a secondo posto conquistato. Boati e lacrime. Francesco è visibilmente commosso, mai sentito con la voce così, rotta dal pianto e dall’amore. “Devo prende fiato, scusateme…”

Questione di cuore. La commozione per l’addio in giallorosso di Francesco Totti, palpabile, si respira sugli spalti e anche attraverso il video e le radio. Una giornata particolare. Anche per i meno sentimentali. Ma Totti è oltre il campo, oltre la partita Roma Genoa, che segna sì la fine di una stagione romanista sotto le insegne del suo capitano, ma segna soprattutto la fine di un’epoca. 

Totti, fine di un’epoca

La bonarietà, la simpatia umana, l’impegno per i bambini – ne ha adottati diversi a distanza –  la beneficienza, la generosità, fanno un tutt’uno con il genio calcistico dimostrato e riconosciutogli dai più grandi di oggi e del passato. “Ha parlato chiunque di lui” , dice De Rossi a fine partita. E’ vero, dalle più alte cariche dello Stato all’ultimo dei tifosi intervistati all’ingresso dello stadio, tutti oggi hanno reso solenne questo addio alla sua Roma. Roma calcistica si è identificata con Totti nel bene e nel male, sublimando i ben pochi trofei con il talento  puro, la velocità di pensiero sul campo, il sogno di un ‘azione laddove ancora nessuno l’aveva intuita. E’ bastato ai tifosi tutto questo. Giusto o sbagliato che sia. Finisce tutto questo ma finisce anche lo stile Totti, ossia la naturalezza con cui ha sempre incorniciato le sue giocate, la sua giocosità, gli scherzi ai compagni. il gusto del “cazzeggio” tipicamento romano, il suo amore per la famiglia, sempre citata, sempre ringraziata, anche durante il suo commosso congedo.

Cuore e batticuore

Cuore e cardiopalma, cuore e batticuore. Il cardiopalma di un inizio di partita choc, che era iniziata alle 18 con un goal del Genoa in una partita fondamentale, che valeva per i giallorossi il secondo posto, oro colato per  l’accesso diretto alla Champions League. La Roma non poteva perdere questa partita. Il goal sembra una beffa, l’emozione che tradisce sul più bello e rovina la festa a un grande campione come Totti e a tutti i cuori giallorossi. Il cuore e il cardiopalma si inseguono, minuto dopo minuto. L’incubo finisce. Segna Dzeko il goal del pareggio. Pronti e via, si riparte. Nostalgia canaglia. Intanto il Napoli segnava, superava la Roma in classifica, il secondo posto  ancora da acciuffare con le unghie, coi denti. Col cuore. Poi entra lui, Totti,  all’ottavo minuto del secondo tempo.

Entra il Capitano

Entra il capitano. Spalletti lo aveva promesso. Totti avrebbe giocato una parte consistente di partita. Spalletti parla fitto fitto con lui. Lacrime e applausi dagli spalti. Il Genoa è tosto, ma la partita è cambiata. Dopo neanche un quarto d’ora la Roma  segnava. De Rossi. Il Genoa, si diceva, talmente tosto da segnare ancora. Pareggio. E una maledizione per una giornata che stentava  a trasformarsi in festa totale.

Roma ha vinto

Poi l’apoteosi arriva al Novantesimo minuto: la Roma va in goal, segna Perotti. Il delirio in campo, sugli spalti, fuori, nei palazzi le case tremano, grida dai balconi, dalle scale, dalle strade. La Roma ha segnato. La Roma ha segnato con il suo Totti in campo, è seconda, finalmente. E finisce così, con un secondo posto meritato. Grazie Totti. Come sempre. Parla De Rossi a fine gara: “Finisce con Totti una carriera fuori dal normale, lui stesso è una persona fuori dal normale”. E deve essere veramente così.

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