Centrodestra, anche FI stoppa Alfano: «Apriamo a tutti, ma non ai traditori»

15 Mag 2017 14:16 - di Eleonora Guerra
alfano

C’è posto per tutti nel centrodestra unito, «tranne che per i traditori che hanno appoggiato Renzi». A dirlo è stato Renato Brunetta, ribadendo che la leadership della coalizione deve essere di Silvio Berlusconi. «Non può che essere la sua», ha sottolineato il capogruppo di Forza Italia alla Camera. 

Per Brunetta il Macron italiano «è Berlusconi»

«Il Macron che cerca Berlusconi si chiama Berlusconi. Se c’è un leader che è stato un catalizzatore del centrodestra e ha predicato il moderatismo, quello è lui», ha detto Brunetta, nel corso di una intervista al Mattino. «Il populismo è figlio dell’asse Merkel-Sarkozy, dell’austerità e dell’egoismo tedesco», ha proseguito l’esponente azzurro, secondo il quale «proprio il presidente è stato il primo a contestare quell’asse, in politica estera o nel rigore che hanno imposto agli alleati, tanto che da esso è stato fatto fuori». «Lui – ha argomentato ancora Brunetta – è da sempre un europeista, ma non dell’Europa a trazione tedesca. Come Macron. Allo stesso modo le critiche alle Ue di Salvini sono state salutari».

Il Cav incandidabile? «Confido nella provvidenza»

Il cronista, però, ha fatto notare a Brunetta, che attualmente Berlusconi resta incandidabile. Ma il capogruppo azzurro alla Camera si è detto «ottimista»: «Non pongo limiti alla provvidenza». «Se ci sarà una coalizione a Palazzo Chigi andrà chi ha preso più voti. Perché è quello che è sempre successo. Perché Forza Italia – ha sostenuto Brunetta – ha sempre preso più voti degli alleati». Alla domanda su una eventuale alleanza con Angelino Alfano, poi, l’esponente azzurro ha risposto che «lo abbiamo detto sempre: in una logica inclusiva c’è spazio per tutti, tranne che per i traditori che hanno appoggiato Renzi». «Anche perché – ha aggiunto – con i Fitto, i Quagliariello, i Mario Mauro, gli Storace e Alemanno, la Democrazia cristiana di Rotondi, i socialisti di Caldoro, i repubblicani di Nucara e i liberali di De Luca e le tante personalità del civismo territoriale oscilliamo tra il 32 e il 35 per cento. E con il voto utile si può arrivare anche al fatidico 40 per cento».

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