Bruno Vespa alla Rai: “Non tagliate il mio compenso, sono un artista non un giornalista”

24 Mag 2017 18:12 - di Redattore 92

«Tra un Fabio Fazio che si occupa di Falcone e un Bruno Vespa che fa un programma su Ballando con le stelle chi è l’artista e chi il giornalista?». A chiederlo è il conduttore di Porta a Porta in una lettera indirizzata al Cda della Rai e riportata da Repubblica. La materia del contendere è quella del tetto ai compensi dei giornalisti e dei conduttori che lavorano a viale Mazzini. Vespa non ha alcuna intenzione di stringere la cinghia (il tetto massimo ai compensi si ferma a 240mila euro all’anno). E parte dal presupposto che la sua trasmissione non fa solo informazione, ma anche spettacolo. “Non sono un giornalista, sono un artista”, scrive Vespa nella sua lettera al consiglieri d’amministrazione.

 

Ecco il testo integrale della lettera di Bruno Vespa

“Cara Presidente, cari Consiglieri,

poiché alla vigilia di vostre importanti decisioni alcuni giornali tornano su una possibile differenza tra artisti e giornalisti nel superamento dei tetti retributivi, mi permetto di sottoporvi qualche breve e rispettosa riflessione.

1.     La norma del 2007 che esonera dai tetti le prestazioni professionali e artistiche che si svolgono nelle società a partecipazione pubblica operanti in regime di concorrenza (come è la Rai, ndr) richiamata dal parere dell’Avvocatura di Stato, chiarisce ab origine ogni equivoco sulla differenza di impiego.

2.     Volendo tuttavia avventurarsi in una speciosa distinzione, il terreno diventerebbe assai scivoloso. Tra un Fabio Fazio che si occupa di Falcone e un Bruno Vespa che fa un programma su Ballando con le stelle chi è l’artista e chi il giornalista?

3.     Ha sempre sbagliato la Rai nello stipulare con professionisti che vengono dal giornalismo contratti artistici (è il caso di Vespa, ndr) che prevedono il versamento di contributi all’Enpals e agli enti previdenziali che l’hanno sostituito?

4.     Riconoscere carattere esclusivamente giornalistico a trasmissioni come Porta a porta o altre comporterebbe ovviamente la mutazione in giornalistici di tutti i contratti in essere per chi vi collabora.

5.     Sono fiducioso infine che la discussione su questo tema avvenga su basi esclusivamente giuridiche e di buon senso, allontanando il sospetto – alimentato da alcune dichiarazioni politiche e non solo – che si voglia immaginare qualche norma contra personam, inaccettabile sotto ogni profilo.

Grazie per l’attenzione e auguri cordiali di buon lavoro”.

Bruno Vespa

 

Il Codacons contro Bruno Vespa

Contro Vespa si scaglia il Codacons. «Il tetto ai compensi di artisti e giornalisti Rai è una battaglia di civiltà e un provvedimento doveroso nei confronti dei cittadini che finanziano la rete attraverso il canone – spiega l’associazione dei consumatori  – Non esistono basi giuridiche per le quali conduttori-giornalisti come Vespa debbano essere paragonati ad artisti e godere quindi di trattamenti di favore rispetto agli altri giornalisti che lavorano in Rai e che magari con i loro programmi registrano share più alti di Porta a Porta. Per questo il CdA della rete non deve tenere conto delle richieste di Bruno Vespa, che aprirebbero un precedente pericoloso dando vita a richieste analoghe da parte di altri conduttori e giornalisti».

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