Alitalia decolla verso la procedura concorsuale. Polemiche sul nome di Laghi

2 Mag 2017 14:27 - di Paolo Lami

Alitalia decolla verso l’amministrazione straordinaria. Nel giorno più lungo per l’ex-Compagnia di bandiera azzoppata, per l’ennesima volta, dalle incapacità del suo management e dal voto suicida del 67 per cento dei suoi dipendenti che, con un No prevalente al referendum, hanno chiuso le porte in faccia al preaccordo fra azienda e sindacati, prima l’assemblea dei soci e, poi, il Cda, all’unanimità quest’ultimo, hanno deliberato e, poi, formalizzato la richiesta di amministrazione straordinaria secondo quanto prevede la legge Marzano sulla ristrutturazione industriale delle imprese insolventi di rilevante dimensione.

Il Cda ha preso oggi atto, ha comunicato la Compagnia, «della grave situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società, del venir meno del supporto dei soci e dell’impraticabilità in tempi brevi di soluzioni alternative». Dal canto suo l’Assemblea degli azionisti di Alitalia ha espresso «grande rammarico» per l’esito del referendum tra i dipendenti, che di fatto «ha precluso l’attuazione del rilancio e della ristrutturazione della società».

I soci italiani ed Etihad, riferisce Alitalia in una nota, «convinti del potenziale di crescita dell’azienda, si erano resi disponibili a finanziare il piano industriale per 2 miliardi di euro, attraverso forti investimenti e una riduzione dei costi strutturali che, per due terzi, non erano relativi al costo del personale. I soci avevano condizionato la disponibilità alla ripatrimonializzazione e al rifinanziamento ad un accordo con le organizzazioni sindacali, venuto meno con l’esito del
referendum tra i dipendenti».

Ora la palla passa nelle mani del Tribunale competente, quello di Civitavecchia, che, ricevuta l’istanza di ammissione all’amministrazione straordinaria, dovrà accertare lo stato di insolvenza dell’azienda, e in quelle del governo, – il Consiglio dei ministri è convocato nel pomeriggio – che dovrà emanare il decreto di nomina dei commissari sui cui nomi, almeno di uno, sono già iniziate a fioccare le prime polemiche che lamentano una sorta di conflitto di interessi.

Dal Ministero dello Sviluppo Economico fanno sapere che si sta già lavorando al decreto per aprire la procedura di amministrazione straordinaria e, contestualmente, nominare i commissari mentre al Tesoro si sta mettendo mano a un decreto che definisce i termini del prestito ponte per garantire la continuità operativa. D’altra parte la stessa compagnia ha fatto sapere, al termine della riunione del Cda, che i voli e le operazioni non subiranno alcuna modifica e continueranno secondo la programmazione prevista.

Come detto c’è forte polemica sul nome di uno dei commissari. Accanto a Luigi Gubitosi dovrebbe esserci il 48enne commercialista Enrico Laghi, professore di economia aziendale della Sapienza e “campionissimo” di poltrone, fra le quali quella di commissario Ilva. Il suo nome si rintraccia in realtà strategiche e importanti come Unicredit, Acea, Eni, Saipem, Pirelli, Rai e moltissime altre. Ma quello che sta sollevando dubbi è il suo incarico come Presidente del Consiglio di Amministrazione in Midco SpA, creata per far partecipare Poste italiane alla ricapitalizzazione Alitalia.

«I nomi dei papabili commissari di Alitalia che stanno circolando denotano che si sta trattando la questione con l’unico pensiero di liquidare l’azienda e riempire poltrone – accusano i deputati M5S delle Commissioni Trasporti e Attività produttive – Ma un nome ci preoccupa anche più degli altri, Enrico Laghi. Anche se non risulta ufficialmente nel Cda di Alitalia, è il Presidente del Consiglio di Amministrazione di MidCo S.p.A. la società schermo di Cai, Compagnia aerea italiana, che detiene il 51 per cento di Alitalia. Di fatto è Midcosussidiaria di Cai – sostiene M5S – ad operare effettivamente in Alitalia e a Laghi, essendo il Presidente del Cda, spettano le decisioni ultime. La sua è una nomina politica legata appunto all’ingresso di Poste Italiane».

«Da presidente del Cda di Midco con il suo 51% per cento – ricordano i grillini – Laghi poteva intervenire già nel 2016, ma ha lasciato che la società andasse
a gambe all’aria. Ricordiamo – dicono i deputati M5S – che Laghi negli ultimi 20 anni ha occupato circa 100 poltrone tra società pubbliche e private. Più decine di incarichi gestionali in vari Cda. È stato definito il ”re dei collegi sindacali”, amministrando, disinvoltamente, la crisi dell’Ilva ed essendo sindaco del collegio di Unicredit, poi grazie a questo ruolo finisce come presidente del Cda di Midco spa, voluta per partecipare al ‘‘salvataggio”, virgolette  d’obbligo, di Alitalia tramite Ethiad. Vediamo tutti come è finita. E non c’è bisogno di aggiungere altro».

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