Alfano & C. vanno “tagliati”: Renzi studia da serial killer politico…

4 Mag 2017 20:01 - di Antonio Marras

Era lui il protettore dei piccoli, l’angelo azzurro dei partitini, il teorico del tutto, anche il decimale, fa brodo per governare. Ma oggi Matteo Renzi sembra aver cambiato improvvisamente atteggiamento, svelando una doppia identità politica. Come in “Shining“, quando lo scrittore pacioso e sorridente rivela la sua vera natura di sterminatore. La metafora è ironica, ma nel mirino – c’è poco da scherzare – c’è  proprio lui, il “fido” Angelino Alfano, che ormai non serve più all’ex premier.

Ecco perché il Ncd, con tutti i “piccoli” partitini, sta scendendo in campo contro lo sbarramento al 5% ipotizzato dai renziani. La modifica alla soglia, sia alla Camera (ora al 3%) che al Senato (ferma all’8% su base regionale) fa infuriare innanzitutto Alternativa popolare attuale alleato di maggioranza del Pd al governo, che considera questa mossa una “vera e propria trappola”. Ovvero un modo per tagliare i cosiddetti cespugli.

Angelino Alfano tace, ma i malumori nel suo partito sono molto forti: da quando è suonato l’allarme rosso si lavora alle contromosse. Al punto che il deputato Fabrizio Cicchitto Renzi avverte: «Sul sistema elettorale Renzi rischia di essere un serial killer… Per uccidere i traditori che hanno fatto la scissione uccide anche tutte le forze intermedie, comprese quelle di centro. Così però mette fuori gioco almeno un 6-7% e fa un incredibile favore al Movimento cinque stelle».

Più cauto, Enrico Zanetti, leader di Scelta civica, che vede solo tattica nelle ultime mosse dei renziani: «Credo che le proposte di innalzamento della soglia di sbarramento al 5% abbiano in sè molta più tattica, che reale finalità…». L’ex viceministro all’Economia del governo Renzi resta ”convinto che la soluzione migliore per il Paese e anche per i maggiori partiti sia quella di un bilanciamento 50 e 50% tra proporzionale e collegi uninominali”.

Anche i cespugli di sinistra nel mirino di Renzi

Sul piede di guerra anche Sinistra Italiana e Mdp. Giulio Marcon, capogruppo alla Camera di Si, non ha dubbi: «Penso che effettivamente Renzi voglia far fuori i partiti più piccoli per non avere concorrenza nè alla sua sinistra, nè alla sua destra». E Arturo Scotto, deputato di Mdp, chiede al segretario eletto del Pd: «Si è chiusa definitivamente l’era delle coalizioni?». 

Marcon, presidente dei deputati di di Sinistra italiana, spiega: «Renzi vuol far fuori Sinistra italiana, Mdp ed un’eventuale aggregazione che rappresenti le diverse anime della sinistra che non si riconoscono nella sua politica. Renzi tenta di cancellare un’alternativa di sinistra alle politiche che lui ha messo in campo. Non vuole più concorrenza, lo ripeto, alla sua sinistra e alla sua destra. E in questo modo viola anche un principio fondamentale, quello della rappresentanza delle opinioni politiche che si sono storicamente sedimentate in un paese come l’Italia». Scotto, invece, sottolinea: «A noi gli sbarramenti non spaventano. Al momento, non c’è nessun disegno di legge in campo del Pd sulla legge elettorale. Io sono primo firmatario di un disegno di legge sul modello tedesco, con uno sbarramento al 4% uniformato allo sbarramento delle elezioni europee».

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