7 giorni senza social: l’esperimento anti-web che rispolvera i cruciverba e…

22 Mag 2017 16:13 - di Bianca Conte

Alla faccia dei blackout di whatsapp, delle overdosi da Facebook e delle crisi di astinenza da smarthphone e tablet, un liceo di Prat, precisamente l’Istituto tecnico Dagomari, ha lanciato un esperimento anti-web destinato ad alimentareil dibattito – eternamente in corso e mai risolto – sulla perenne connessione che ci affligge e ci condiziona.

7 giorni senza social: l’esperimento fatto a Prato

Un esperimento in nome del quale prof e alunni hanno chiuso nel cassetto i cellulari decisi ad affrontare una settimana di disintossicazione dai social. E come avranno reagito alla proposta della sperimentazione ardita gli eternamente connessi? A quanto resocontato da un servizio del Corriere della sera, poi ripreso da più siti, sembra che sulle prime, increduli, gli studenti a cui era stata iondirizzata la proposta abbiano pensato a uno scherzo.Poi, capita l’antifona e incassato lo stupore del primo minuto, hanno provato a defilarsi con un perentorio «prof fallo tu, tanto non ci riesci». Poi, metabolizzato il colpo, lunedì 15 maggio sono partiti per l’avventiura detox: alle 10 del mattino è stato dato lo stop ai cellulari, il cui utilizzo era previsto che sarebbe stato inibito fino alla stessa ora del 22; le classi dell’istituto coinvolte erano due, la 2F e la 2G, insegnante all’avanguardia incluso. Il progetto, ribattezzato “Social Zero”, non ammette deroghe: vieta Facebook, Instagram, WhatsApp, Ask e web.

La gioia di chiacchierare dal vivo e di fare un cruciverba

Naturalmente all’inizio la crisi di panico era dietro l’angolo: poi però, vinte le prime crisi d’astinenza, il divieto di connettersi ha rivelato dei risvolti inaspettati: tutto rigorosamente riportato in un diario di bordo, quello si, digitale, affidato a un soggetto non coinvolto dallo stop alla Rete. E allora, proprio sfogliando quelle pagine virtuali è emerso l’incredibile: o meglio, quello che i protagonisti dell’esperimento 7 giorni senza social non si apsettavano di scoprire. O meglio , di riscoprire: perché di questo si è trattato, di una rivalutazione a posteriori di un desueto modo di intrattenersi in compagnia o di impegnare il tempo in solitudine. E così, per combattere la noia nei lunghi pomeriggi senza internet i ragazzi disconnessi hanno assaporato la gioia delle chiacchiere in compagnia e non postate in chat o condivise a suon di hashtag; la piacevolezza di un aperitivo speso a conversare de visu; la gioia di dividere del tempo in famiglia e con gli amici; di confrontarsi, durante il tempo libero, con hobby e cruciverba e di studiare senza il pathos di navigare: E ancora, di tornare a vivere l’esperienza di una mostra al museo o di una gita in campagna all’aria aperta senza tastiera al seguito. E così, l’esperimento, perfettamente riuscito si è concluso con la disintossicazione dalla Rete e con un solo commento conclusivo rivolto all’insegnante che ha proposto la sperimentazione: «Prof, se lo tenga pure il mio telefono»…

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