Mediaset, conti in rosso: “Ma è tutta colpa dei francesi di Vivendi”

19 Apr 2017 19:15 - di Redazione

I conti sono in rosso, quasi rossonero, verrebbe da dire, considerate le passioni calcistiche della famiglia. Ma Pier Silvio Berlusconi, nel giorno in cui l’Agcom stoppa Vivendi e le ordina di uscire da Mediaset o da Telecom, spiega quel buco del 2016 proprio con la scalata ostile dei fracesi capitanati da Vincent Bollorè.  Il risultato netto consolidato di Mediaset per il 2016 è negativo per 294,5 milioni di euro rispetto ai +3,8 milioni di euro del 2015, “un risultato imputabile agli effetti della vicenda Vivendi”, si legge nella nota del gruppo di Cologno Monzese.
Una vicenda “che impatta solo sulle attività italiane (-380,1 milioni di euro di risultato netto rispetto ai -74,6 milioni del precedente esercizio). In Spagna invece il dato è positivo per 171 milioni di euro in crescita rispetto ai 166,2 milioni del 2015”.  I risultati 2016 di Mediaset “al di là della perdurante incertezza del quadro macroeconomico” mostrano un
esercizio “radicalmente alterato dai gravi danni provocati sulle attività italiane del gruppo dalle violazioni contrattuali di Vivendi”. In particolare la somma di poste non ricorrenti imputabili alle infrazioni di Vivendi “porta gli oneri straordinari a un totale di 341,3 milioni di euro”. “Senza la vicenda Vivendi Mediaset avrebbe chiuso il 2016 in pareggio”, sintetizza il vicepresidente e ad di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, al termine del cda del gruppo.

Gasparri: “Vivendi fermata grazie alla mia legge”

“A tredici anni dalla sua applicazione la legge Gasparri dimostra la sua modernità e validità. Ad essa infatti
ha fatto ricorso l’Agcom per evitare il rischio di una pericolosa concentrazione tra televisioni e telecomunicazioni che si stava realizzando con la scalata Vivendi a Mediaset”, è il commento soddisfatto del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. “La norma – spiega l’azzurro – fu varata a suo tempo per impedire che, da un lato o dall’altro, si potessero realizzare concentrazioni non compatibili con una corretta dinamica di mercato. A quelli che criticarono a suo tempo la legge consiglio una profonda meditazione e una corretta lettura delle norme, varate proprio per garantire il pluralismo delle presenze e per evitare pericolose concentrazioni.  Chi criticò chieda scusa per la sua superficialità e ignoranza”.

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