L’obesità è oggi in Italia un problema sociale: 6 milioni le persone colpite

7 Apr 2017 16:49 - di Redazione

L‘obesità in Italia colpisce 6  milioni di persone con 500 mila grandi obesi. Tra i bambini 1 su 3 è  in sovrappeso e 1 su 4 è obeso. Inoltre ogni anno 57 mila persone (1 ogni 10 minuti) muoiono per le complicanze di questa malattia. Lo  riferisce la Società italiana di chirurgia dell’obesità (Sicob), che
per fare luce su sicurezza, nuove tecniche chirurgiche e reti di  assistenza ha organizzato la tavola rotonda “Obesità una malattia  sociale: il ruolo del chirurgo tra responsabilità istituzionale e  domanda di salute dei pazienti” nell’ambito del XXV Congresso  nazionale della Sicob, in corso a Venezia fino a domani.

Nel 2012 questa condizione è stata responsabile del 4% della spesa sanitaria italiana per circa 4,5 miliardi di euro – spiega ancora la  Società – E questo anche a causa delle sue comorbidità: sovrappeso ed  eccesso ponderale sono responsabili di circa l’80% dei casi di  diabete, del 55% dei casi di ipertensione e del 35% di quelli di cardiopatia ischemica e di tumore.

Nei casi più gravi la soluzione – osservano gli esperti – è la chirurgia bariatrica che, tramite il ricorso alle  tecniche d’avanguardia oggi a disposizione, può rivelarsi più efficace della dieta e dell’attività fisica, consentendo un calo di peso  significativo: secondo un’indagine dell’Università Milano Bicocca, con la chirurgia bariatrica si può ottenere un guadagno per paziente di  oltre 3 anni di vita, in condizioni di salute ottimali e una riduzione della spesa per paziente di 11.384 euro.

«Si tratta di una malattia che a livelli importanti, ovvero quando  l’indice di massa corporea è superiore a 35, si trasforma in  invalidità – ha commentato Luigi Piazza, presidente Sicob – Nelle  obesità gravi la chirurgia rappresenta la soluzione migliore e più  incisiva. Un’arma vincente che deve essere maneggiata con estrema  cautela da persone competenti, in grado di garantire livelli di  sicurezza elevati. Questo è possibile presso i centri dedicati al  trattamento chirurgico della patologia».

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