La luce della contraddizione illuminerà la Festa del Teatro Eco Logico

25 Apr 2017 19:03 - di Luca Maurelli

Per chi al volo, senza guardare Google, è in grado di distinguere Henry David Thoreau, pensatore, scrittore e profeta del trascendentalismo americano, da Cyril Thereau, calciatore, attaccante e profeta degli ultrà dell’Udinese, c’è un evento culturale imperdibile fissato per fine giugno a Stromboli. Un appuntamento al buio, nel vero senso della parola, visto che dal 24 giugno al 2 luglio si ripeterà l’esperienza mistico-sensuale della Festa del Teatro Eco Logico, dove l’energia elettrica è messa al bando come fosse un elemento vintage, superato, superfluo. Anche nella sua quarta edizione la Festa si illuminerà di se stessa e vivrà di performance artistiche esaltate da torce, candele, falò, corde vocali, lune varie e stelle eventuali. Ovviamente ci sarà, come partner dell’evento, anche la più importante compagnia elettrica italiana, il nemico apparente, per dare un senso pratico al tema di quest’anno, la contraddizione, che ben si sposa con il convitato di pietra, quello spirito ribelle di Thoreau che su un’isola selvaggia come Stromboli si sarebbe sentito come in un hotel a 5 stelle viste le sue abitudini a bivaccare in capanne in riva al lago per meditare e scrivere racconti su giacigli di fortuna. Come quella volta che partorì, in due anni, tra il 1845 e il 1847, “Walden”, l’opera nella quale descrisse la ricerca del suo rapporto intimo con la natura anche con esperimenti di sopravvivenza non semplici, quasi francescani nell’approccio dialettico con i volatili: “E allora io udivo l’allodola, il vanello e altri uccelli che erano già venuti a cominciare un altro anno con noi…”. Un eroe, se si considera che sulle sponde del lago Walden, a quei tempi, non c’era il wi-fi, Twitter e non avevano ancora inventato Facebook.  

Thoreau, però, era anche un “politico” che oggi suona attualissimo: nel trattato di “Disobbedienza civile” raccontò il suo rifiuto a pagare una tassa che il governo americano imponeva per finanziare la guerra schiavista al Messico e che lui considerava ingiusta. Pagò col carcere, fino a quando una zia non intervenne caricandosi il versamento dell’obolo. Oggi Thoreau farebbe lo stesso con le tasse americane per non finanziare il muro di Donald Trump col Messico? Ma soprattutto, la zia si farebbe gli affaracci suoi senza rovinargli la protesta? Domande su cui, quest’anno, a Stromboli, si potrà discutere in un angolo della critica aperto la mattina al bar per chiunque abbia voglia di intrecciare discussioni sugli eventi della sera prima con i severissimi giornalisti invitati. E’ la democrazia, bellezza.
In fin dei conti, la lezione trascendentalista di Thoreau, come reazione dell’individuo al razionalismo imperante, era anche condivisione, così come il senso della libertà praticata (e non solo decantata) dalla collettività, insieme, anche davanti a un caffè.

La Festa che dal 2013 è organizzata, non senza difficoltà (provate voi, per esempio, a convincere un attore a esibirsi senza microfono e senza luci sparate in faccia, roba che manco la zia di Thoreau…) da un gruppo collaudato di attori e artisti vari guidato da Alessandro Fabrizi, regista, attore e scrittore, che ha intitolato la Festa “The body electric” richiamando i versi del poeta del trascendentalismo Walt Whitman.

La contraddizione, per Fabrizi “sarà il valore aggiunto di quest’anno, il nostro filo conduttore, perché ci consentirà di esplorare mondi nuovi, aprirli, muoverci avanti e indietro nel tempo” senza troppe spiegazioni. Il percorso della Festa intreccerà le provocazioni di fine Ottocento con le riflessioni classiche di Platone e Ovidio (amatissimi dai trascendentalisti), la poesia persiana di Hafez e Sa’di , un saggio e alcuni passi dei romanzi di Virginia Woolf, con un parterre importante, da Isabella Ferrari a Maya Sansa, a Riccardo Biseo.

Nel segno del risparmio energetico e dello spreco di talento, ovviamente, come da contraddizione.

 

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