Immigrazione, Fratelli d’Italia: è un decreto spot, gli scafisti ringraziano

12 Apr 2017 13:23 - di Elsa Corsini

Un bluff, un altro provvedimento annuncio che non affronta alla fonte l’emergenza ormai insostenibile dei flussi immigratori dall’Africa. È una bocciatura sonora quella di Fratelli d’Italia al decreto legge in materia di “protezione internazionale e contrasto all’immigrazione illegale” approvato alla Camera.

Fratelli d’Italia: è un decreto bluff

«Dopo aver sentito il titolo altisonante per questo decreto legge gli scafisti di mezzo mondo si saranno allarmati e avranno detto: vuoi vedere che ora che agli Interni è arrivato Minniti e non c’è più Angelino Alfano, detto anche “Caronte” il grande traghettatore di africani in Italia, le cose sono cambiate? Ma lo sconcerto è durato solo il tempo di leggere il testo». Usa l’ironia Giorgia Meloni nella dichiarazioni di voto sul provvedimento per smontare la ricetta del governo che si ostina a confondere gli immigrati clandestini, la maggioranza, dai profughi di guerra, la minoranza. «Bisogna fare quello che è stato fatto ad esempio in Est Europa per il confine turco e avviare un accordo serio con i governi libici, aprire in Africa con una missione europea e i centri per l’identificazione e valutazione delle richieste d’asilo e da li distribuire chi ha diritto negli Stati europei. Questo deve essere l’obiettivo prioritario sul quale il governo italiano dovrebbe lavorare – ha spiegato la leader di Fratelli d’Italia – questo decreto non distingue il tema dei rifugiati da quello dell’immigrazione incontrollata, due fenomeni completamente diversi».

Il governo protegge il business

Capitolo doloroso anche quello del business che vive e si ingrossa con le rotte migratorie. Nel testo del decreto, aggiunge la Meloni, «non c’è nessun riferimento alle sedicenti Ong che, come denunciato perfino da Frontex, vanno a prendere i barconi degli scafisti a largo delle coste libiche con una puntualità particolare che lascerebbe intendere che ci sia un contatto nella peggiore delle ipotesi, tra loro e chi fa la tratta degli schiavi del terzo millennio. E nel testo non c’è nulla sugli interessi che si celano dietro la questione dell’immigrazione». Sarebbe stato serio dire ad esempio che chi ruba sulla pelle della povera gente non è solidale ma fiancheggia un business, aggiunge la Meloni ricordando il voto contrario della maggioranza di governo alla proposta “taglia business” di Fratelli d’Italia per chiedere che le cooperative che si occupano di migranti rendicontino come spendono i soldi che prendono dallo Stato. «Minniti – conclude rivolgendosi al ministero dell’Interno –  di lei si dice che sta facendo un grandissimo lavoro. Lei però ha avuto la fortuna di essere il successore di Alfano e questo vuol dire che se fa anche solo un comunicato stampa già sembra che stia facendo un ottimo lavoro, ma questo provvedimento qui è propaganda, non è un decreto legge fatto per affrontare il problema ma per fare campagna elettorale e sono due cose molto diverse».

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