Biotestamento, Bagnasco: è una legge che nasconde derive pericolose

21 Apr 2017 10:07 - di Redazione

All’indomani del via libera della Camera alla legge sul biotestamento si fa sentire la voce dei vescovi. «La legge apre derive pericolose lontane dal testo della Costituzione che garantisce la salute come un diritto». È questo il giudizio severo del cardinale Angelo Bagnasco dalle colonne di Repubblica. Pur rilevando l’impegno con cui alcuni hanno cercato di migliorarne alcuni aspetti, spiega il presidente della Conferenza episcopale italiana, «è un testo nel quale non possiamo riconoscerci, un testo adatto a un soggetto che si interpreta a prescindere dalle relazioni, considerandosi padrone assoluto di una vita che non si è dato. Inoltre, spezza il legame tra medico e paziente». Sul  divieto all’accanimento terapeutico e il riconoscimento del diritto del paziente di abbandonare le terapie, Bagnasco ricorda che «la Chiesa non ha mai sostenuto l’accanimento, considerandolo una situazione precisa da escludere; l’attenzione alla persona, però, ci porta con altrettanta forza a contestare l’abbandono terapeutico. Il malato chiede di essere accompagnato in ogni momento sia sotto il profilo delle terapie che delle relazioni: questa prossimità fa la differenza».

Biotestamento, le critiche di Bagnasco

Controverso anche il tema dell’obiezione di coscienza, punto centrale della legge sul fine vita. Una  non soluzione – prosegue il presidente della Cei – che non preoccupa solo la Chiesa, ma «ogni società democratica, che sia realmente rispettosa dell’insindacabilità delle scelte della persona. Naturalmente, anche quando questa libertà fosse garantita, non cambierebbe il nostro giudizio sull’impostazione della legge». Sul punto che impedisce alle cliniche private, in particolare a quelle cattoliche, convenzionate con il sistema sanitario nazionale, di essere esonerate dall’applicazione delle norme, Bagnasco giudica «il mancato riconoscimento della peculiarità di tali strutture una grave lacuna» e chiede «che questa carenza possa essere colmata, nel rispetto della natura di strutture sorte con una precisa missione di cura della vita in ogni suo momento».

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