Basta con i banchieri, che hanno preso in mano l’Europa e l’hanno uccisa

24 Apr 2017 13:13 - di Lino Lavorgna

“La mia Patria si chiama Europa” è un motto che mi accompagna da una vita intera e ciò ha consentito di farmi sentire a casa ovunque mi trovassi, nel continente, provando sensazioni precluse a chi vive rinchiuso nel proprio orticello concettuale, avvelenato dai germi più pericolosi che la natura umana abbia prodotto. Nondimeno, secondo le normali prerogative di ogni essere umano, vi sono angoli della “propria casa” che piacciono un po’ di più, per le ragioni più svariate. Della Francia amo praticamente tutto: letteratura, arte, cinema, teatro, musica. Le magiche suggestioni offerte da tantissime sue zone, nelle quali la storia si confonde con la leggenda, fanno il resto, rendendo il paese semplicemente speciale. Parigi, con Praga e Dublino, rappresenta da sempre il mio triangolo magico continentale e spero, poi, che qualcuno tra i miei quattro lettori abbia percepito quella strana e quasi indecifrabile sensazione che si prova ad Arles, quando passeggiando tra le sue stradine si avverte una distorsione spazio-temporale che fa perdere, foss’anche per pochi istanti, la cognizione del presente. Magia di una terra nella quale l’emozione è la norma. Questa mia passione per una paese straordinario mi ha sempre indotto, in passato, a non parteggiare per nessuno dei candidati in competizione per il ruolo di presidente. Oggi, però, sento che non è possibile tacere, perché l’elezione del presidente della Francia, mai come in passato, non riguarda solo la Francia ma l’Europa intera. Da europeista convinto, quindi, senza tanti giri di parole, affermo che non ho paura dell’antieuropeismo di Marine Le Pen, ma del cinismo ipocrita degli altri. Sono tante le cose che mi dividono da Marine le Pen, ovviamente, ed è inutile ribadirle. Tra chi parla con il cuore e dice ciò che pensa e chi invece, in un momento come quello attuale, cerca di conciliare l’inconciliabile e tutelare soprattutto se stesso, non ho esitazioni nel preferire il primo. E trovo stucchevoli e infastidenti quei moniti da cupio dissolvi, pronunciati da chi ha tanta rogna addosso da generare ribrezzo solo alla vista, in virtù dei quali la vittoria della Le Pen determinerebbe la fine dell’Europa. Quest’Europa, in mano a burocrati e lestofanti, è morta da un pezzo. Deve rinascere e il processo di rinascita è lungo, faticoso e doloroso. Affinché ciò avvenga, pertanto, occorre incominciare a fare piazza pulita di coloro che costituiscono una parte importante del suo inquinamento. I risultati del primo turno elettorale, sotto questo profilo, sono già profetici. Sull’ ex banchiere e ispettore delle finanze, però, si sono già riversati gli endorsement dei due principali sconfitti, ossia i rappresentati dei vecchi partiti alternatisi alla guida del paese, spazzati via da un popolo stanco e disorientato. Questo dato rivela eloquentemente cosa potrebbe rappresentare, in tema di “continuità negativa”, la sua elezione. Molto più serio il comportamento di Jean-Luc Mélenchon, che ha conservato la coerenza intellettuale, lasciando libera scelta agli elettori, dai quali è stato premiato forse più di quanto egli stesso si aspettasse, a riprova che, sia a destra sia a sinistra, si è stanchi di marionette etero dirette e si cercano persone serie nelle quali riconoscersi e delle quali potersi fidare.

Una nuova alba, quindi, sorge sul cielo di Francia, il che vuol dire che sorge sul cielo d’Europa. Il popolo francese, ora, ha l’arduo compito di una difficile scelta. Per rompere completamente con il disastroso passato, tuttavia, la scelta è obbligata: Marine Le Pen. Lo dico da europeista, senza alcuna riserva e senza alcun timore per la novella Giovanna d’Arco, che sono sicuro saprebbe davvero sorprenderci qualora dovesse approdare all’Eliseo. Basta con banchieri e tecnocrati. La politica, quella vera, riprenda il suo ruolo. Per quanto possa sembrare assurdo e complicato, la strada verso gli Stati Uniti d’Europa è molto più percorribile con una Francia forte che non con una Francia complice di chi l’Europa ha ridotto in brandelli.

*Presidente Movimento “Europa Nazione” – www.europanazione.eu

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