Attacco Usa in Siria, i missili Tomahawk e le differenze con i balistici

8 Apr 2017 15:31 - di Redazione

Nella notte tra giovedì e venerdì, gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco missilistico in Siria, colpendo la base aerea di Shayrat, nella provincia occidentale di Homs, in risposta all’attacco con agenti chimici avvenuto pochi giorni fa a Idlib. Dai cacciatorpedinieri USS Porter e USS Ross nel Mediterraneo orientale sono stati lanciati 59 missili da crociera, i cosiddetti missili “Tomahawk”. Ma cosa sono e in cosa si differenziano rispetto a quelli balistici?

I missili Tomahawk

Utilizzato in Europa occidentale come arma nucleare dopo un accordo dei paesi della Nato del 1979, il missile Tomahawk è stato utilizzato per la prima volta dagli Stati Uniti nel 1991 durante l’operazione Desert Storm in Iraq. Inizialmente concepito come un missile a medio-lungo raggio, in grado da essere lanciato anche a bassa quota da una piattaforma di superficie, oggi viene utilizzato principalmente su piattaforme in mare. Grazie alla precisione del sistema Tercom, è in grado di sfrecciare rapidamente a 800 chilometri orari, ed è dotato di un sistema guida che lo mantiene sul bersaglio con l’ausilio di un radar-altimetro. Estremamente preciso, segue una traiettoria computerizzata, raggiungendo in poco tempo il suo primo punto di navigazione, normalmente una collina, un edificio o qualche altra struttura fissa. A differenza dei missili balistici, una volta in volo i Tomahawk possono modificare rapidamente la traiettoria, essendo dotati di un’apertura alare considerevole. Dopo il lancio effettuato mediante un razzo, o un motore ausiliario a razzo, sui lati del Tomahawk si aprono delle alette.

Come viene stabilita la rotta

La rotta viene costantemente confermata dal sistema elettro-ottico Digital Scene Matching, una piccola telecamera che confronta le immagini riprese con quelle immagazzinate nella memoria del Tercom. Se viene notata qualche discrepanza fra i dati in memoria e le riprese della telecamera, il Tercom determina velocemente se il resto dell’immagine è corretta. Nel giro di pochi secondi il razzo si spegne ed entra in funzione la turboventola del missile. Da qui il Tercom di bordo lo dirige da un punto all’altro, spesso con strettissime virate, brusche impennate e vertiginose picchiate. In questo caso il missile prosegue, altrimenti invia un messaggio alla base che può decidere se far proseguire il missile o farlo autodistruggere. Ogni missile, infine, può attaccare bersagli multipli. Curiosa, quanto emblematica, l’origine del nome. Il tomahawk era l’ascia da battaglia usata dai Nativi americani e dai coloni europei, ed era adatta, occasionalmente, ad essere lanciata.

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