Alatri, tolti i fucili ai familiari e agli amici di Emanuele: si teme la vendetta

4 Apr 2017 10:56 - di Redazione

Ritirati i fucili da caccia ai familiari e ai più stretti conoscenti di Emanuele Morganti, il giovane di Alatri pestato a morte dal “branco” all’esterno del club Miro Music Club. Un clima talmente teso, già all’indomani dell’omicidio, che ha spinto le forze dell’ordine, come scrive Pierfederico Pernarella sul Messaggero, a togliere dalla circolazione in via precauzionale le armi legalmente detenute da chi era stato direttamente colpito dai fatti di sangue.

L’inchiesta sull’omicidio di Alatri

Intanto l’inchiesta sull’omicidio si allarga a macchia d’olio. C’è un ottavo indagato e si tratta di un uomo che era presente al momento dell’aggressione. La sua identificazione, come si legge sempre sul Messaggero,  è avvenuta nelle ultime ore nel quadro degli accertamenti disposti dal procuratore di Frosinone Giuseppe De Falco. Gli altri sette indagati sono Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, adesso entrambi in carcere per omicidio volontario aggravato dai futili motivi, mentre quattro buttafuori e il padre di Castagnacci sono accusati di rissa. Non è escluso che i due fratellastri fermati per l’omicidio possano essere di nuovo interrogati dagli inquirenti nei prossimi giorni.

La pista è l’abuso di alcol e droghe

Inoltre sembra perdere consistenza, poiché non emergono riscontri, l’ipotesi di un delitto maturato nell’ambito di una vendetta contro Emanuele per aver difeso un anno fa una ragazza che stava litigando con il fidanzato, amico dei due fermati. Gli inquirenti indagano a trecentossenta gradi, rimangono quindi aperte tutte le piste, compresa quella di un gesto legato all’abuso di alcol e droghe. Ma allo stato attuale  non è ancora chiaro in che contesto è maturato il pestaggio.

Le testimonianze degli amici di Emanuele

Le testimonianze degli amici di Emanuele sono contrastanti da quelle fornite dagli amici del “branco”. E così si fa strada l’ipotesi di un depistaggio delle indagini da parte di alcuni testimoni. L’inchiesta però va avanti e si aspettano i risultati di alcuni rilievi tecnici effettuati durante il nuovo sopralluogo fatto venerdì sera dai carabinieri in piazza Regina Margherita, teatro del brutale massacro.

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