Killer di Budrio, sesto giorno di caccia all’uomo tra paludi e boschi

14 Apr 2017 11:11 - di Redazione

Sesto giorno di caccia a Norbert Feher alias Igor Vaclavic, il killer di Budrio. Serbo di 41 anni ha ucciso il barista di Budrio, Davide Fabbri, e la guardia volontaria di Portomaggiore, Valerio Verri. A chiudere il cerchio investigativo sul latitante anche le prove scientifiche repertate dal Ris: il sangue dell’uomo – che corrisponde in entrambi i luoghi del delitto  – e infine le impronte trovate sul Fiorino rubato, utilizzato per la fuga, che corrispondono a quelle archiviate nelle banche dati delle forze dell’ordine.

Il killer di Budrio è ferito

Il killer di Budrio forse è ferito (sul Fiorino rubato sono stati trovati cerotti, garze e una maglietta sporca di sangue che ha macchiato anche il volante) ed è di sicuro armato, probabilmente di due pistole. È braccato da un migliaio di unità (150 carabinieri per ogni turno) ma ha una conoscenza non comune del territorio, di cui riesce a sfruttare le coltivazioni per nutrirsi di ortaggi, frutta e di uova che ruba nei campi. La “zona rossa” che le forze dell’ordine hanno isolato è un’area di circa 40 chilometri nella “bassa”, tra Bologna e Ferrara, ideale per nascondersi, con paludi, campagne, casolari abbandonati e labirinti di canali.

Fasulle le identità e le nazionalità che si è attribuito

Gli uomini dell’Arma, coordinati dalla procura di Bologna, si sono dati quindici giorni di battute serrate ed ininterrotte prima di cambiare, eventualmente, strategia. Gli inquirenti hanno stabilito, dopo contatti con la Serbia, che i nomi del killer Igor Vaclavic, o Vachlavic, erano solamente alias, così come erano fasulle le tante nazionalità che si è attribuito nel corso degli anni, come quella russa e quella croata. Col il nome di Norbert Feher, infatti, il killer di Budrio è ricercato in Serbia per rapina con violenza sessuale. Le procure di Bologna e Ferrara che indagano sull’uomo hanno ascoltato gli ex complici della sua banda, ora in carcere, e acquisito informazioni tramite i suoi contatti sia italiani che serbi. Secondo le forze speciali che battono la vasta area tra Campotto e Marmorta di Molinella un uomo può sopravvivere, come il fuggitivo, in condizioni estreme, cibandosi con quello che trova e dormendo all’addiaccio, per non più di un mese. Norbert Feher ha dimostrato però, finora, di non essere un uomo come gli altri.

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