25 aprile, Boldrini stile Minculpop: chiudete 2700 pagine fasciste su Fb

25 Apr 2017 13:30 - di Paolo Lami

Torna, forbici alla mano, la Censora Nazionale. Laura Boldrini, quella Laura Boldrini che aveva già auspicato a gran voce l’abbattimento dell’obelisco del Duce al Foro Mussolini a Roma, coglie l’occasione del 25 aprile per chiedere a Zuckerberg, anzi, pretendere, che vengano oscurate addirittura 2700 pagine di Facebook “colpevoli”, a suo dire, di non essere allineate alla retorica antifascista, resistenziale e partigiana. Ma Zuckerberg non obbedisce: le nostre regole sono altre e non lo prevedono. Boldrini, che si professa sincera democratica, non ama le critiche alla sua persona, denuncia le fake news e ora ha un elenco di “pagine della vergogna” da chiudere. Una paladina, dunque, della creazione di quella “cupola” che avrebbe il compito di controllare ciò che è bene e ciò che è male pubblicare su Fb. Un dibattito ormai globale, nel quale Boldrini interviene facendosi scudo di parole d’ordine vecchie di 70 anni mentre sarebbe suo dovere, in certe ricorrenze, pronunciare parole che uniscano e non dividano. 

“In Italia – strilla la Censora Nazionale – non sono consentite manifestazioni fasciste né atti di apologia nei confronti del fascismo. Lo voglio ricordare oggi, anche perché l’Anpi ha prodotto una ricerca, in continuo aggiornamento, secondo la quale in Italia ci sono purtroppo circa 2700 pagine Facebook legate all’estremismo di destra. 300 di queste apertamente apologetiche. E questo rappresenta un pericolo reale perché, come sappiamo, Facebook è uno strumento molto frequentato dai giovani“.

Inviperita per l’affronto la Boldrini annuncia urbi et orbi, con un post su Facebook, di aver scritto nientedimeno che “a Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, per denunciare questa situazione”.

“Lo voglio dire chiaro e tondo – tuona la terza carica dello Stato  – l’apologia di fascismo non può essere vietata in ogni circostanza, tranne che su Facebook. Non è tollerabile”.

“Da Facebook rispondono dicendo che loro hanno regole e politiche di carattere internazionale e che, solo in certe circostanze, tengono conto delle legislazioni nazionali – spiega indignata per essere stata respinta con perdite la Boldrini – Ma il fascismo non è una semplice questione di leggi locali. Anche dagli Stati Uniti, che è il Paese in cui è nato Facebook, vennero migliaia di ragazzi in divisa a combattere per la libertà. Altro che fatto locale”.

Poi giù con la solita tiritera. “Nessuno può ignorare che l’Olocausto resta la più grande tragedia, la più terribile creatura del nazifascismo. Non un singolo Paese, come può essere l’Italia, ma tutto il mondo moderno è frutto della sconfitta del nazifascismo.
Questa memoria e questa consapevolezza dovrebbero quindi appartenere pienamente alla politica di Facebook, in ogni Paese del mondo”.

“E allora, signor Zuckerberg, glielo voglio dire oggi, 25 Aprile, il giorno in cui l’Italia sconfisse il nazifascismo – conclude la sua tirata retorica resistenzialista la Boldrini – Glielo voglio dire dal palco di Bologna, città medaglia d’oro della Resistenza: prenda coraggio e cancelli una volta per tutte le pagine della vergogna”. La Censora Nazionale dovrà rassegnarsi. E tornare a fare il presidente della Camera. Speriamo ancora per poco.

Commenti

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  • PIERO 22 Aprile 2018

    sig,ra perche non chiude lei, anzi insieme a fiano se ne vada al suo bel paese da quelle parti nacque gesu, forse l’aiuta a contemplare le cazzate che ha fatto a parte rubare i soldi degl ii taliani e basta con sta liberazione che ancora ci deve stare (da voi succhia sangue)