Trump su Flynn: «Chiede l’immunità perché è in corso una caccia alle streghe»

31 Mar 2017 15:27 - di Lorenza Mariani

Più social che mai, Donald Trump dice la sua sul caso Flynn, e lo fa postando un significativo cinguettio su Twitter. «Mike Flynn deve chiedere l’immunità in quella che è una caccia alla streghe (per coprire la grande sconfitta elettorale) da parte di media e democratici di proporzioni storiche», scrive onlina il presidente Usa, benedicendo di fatto, anche se solo via Twitter, l’offerta del suo ex consigliere per la Sicurezza Nazionale di testimoniare nell’inchiesta del Russigate solo in cambio di «rassicurazioni contro un’ingiusta azione penale».

Trump benedice la richiesta di Flynn via Twitter

Una richiesta di immunità che però, al momento almeno, contrariamente a quanto dichiarato dall’avvocato Robert Kelner – che ha fatto riferimento nella sua nota a contatti in corso con le commissioni inquirenti – Jack Langer, (portavoce del presidente della commissione Intelligence della Camera, Devin Nunes), sarebbe stata smentita con un secco: nessuna offerta d’immunitàa Flynn. Non solo: anche collaboratori dei deputati della minoranza democratica affermano di non essere stati informati di questa richiesta-possibilità di immunità da riservare eventualmente all’ex consigliere per la Sicurezza Nazionale. Mentre dal dipartimento di Giustizia arriva un altrettanto esaustivo no comment. Quello che comunque i media americani stanno faziosamente ricordando in queste ore, è come lo scorso settembre, due mesi prima delle elezioni, Flynn aveva espresso la convinzione che la richiesta di immunità indica in qualche modo una commistione con qualcosa di illegale. «Se ti garantiscono l’immunità, vuol dire che probabilmente hai commesso un crimine», si affrettano a ricordare in queste ore i media a stelle e strisce,  citando presunte dichiarazioni di Flynn rilasciate ai microfoni della Nbc, commettando il fatto che un collaboratore di Hillary Clinton aveva ottenuto l’immunità per testimoniare nell’ambito del Mailgate. Uno psicodramma in corso, quello del Russiagate, la cui matassa si intreccia sempre più indissolubilmente.

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