Seminò panico con una falsa valigetta bomba al Tribunale di Velletri: arrestato

31 Mar 2017 10:22 - di Redazione

Per fortuna tutto si è risolto in una beffa: ma quando il 20 settembre scorso, al tribunale di Velletri, si è seminato il panico a causa di una valigetta che qualcuno, in una telefonata anonima, aveva minacciato di far esplodere in quanto riempita di esplosivo, la paura è stata reale. Il sollievo e la verità sui fatti, infatti, sarebbero scaturiti solo in un secondo momento, a seguito della conferma che si trattava solo di un falso allarme bomba e che attentatore e valigia esplosiva erano solo dei bluff. Un bluff spaventoso cha però ha diffuso una paura più che reale.

Falso allarme bomba: valigetta esplosiva (?) al Tribunale di Velletri 

Oggi, la conclusione di questa assurda vicenda, con la Digos ed il commissariato di Velletri che hanno arrestato P.R., pregiudicato romano di 58 anni, per il reato di minaccia aggravata a corpo giudiziario, in esecuzione di una misura cautelare emessa dall’Autorità Giudiziaria di Velletri. I fatti, come anticipato, risalgono al 20 settembre scorso, quando una telefonata anonima giunta presso il commissariato di Velletri aveva annunciato la presenza di esplosivo negli uffici del Tribunale. Immediatamente erano scattate le misure di sicurezza previste in caso di un allarme bomba, e durante la bonifica dei locali del tribunale, gli agenti avevano trovato una valigetta che, controllata dagli artificieri della Polizia di Stato, è risultata contenere un finto ordigno. La procura della Repubblica di Velletri aveva aperto un procedimento penale contro ignoti, delegando per le indagini la Digos e il commissariato di Velletri.

Le indagini, l’arresto, le similitudini con episodi simili

Le indagini, partite dall’analisi della telefonata anonima giunta al centralino del commissariato, hanno portato all’individuazione del cellulare da cui era stata effettuata la chiamata. Ulteriori approfondimenti, poi, hanno portato gli investigatori a individuare il possessore del cellulare. A supporto delle indagini, i riscontri della Polizia Scientifica, che dopo aver controllato la valigetta e il suo contenuto, era riuscita ad estrapolare un profilo genetico. Pertanto, il giudice per le indagini preliminari di Velletri ha emesso nei confronti del 58enne un’ordinanza di custodia cautelare per i reati violenza e minaccia aggravata a un corpo giudiziario, interruzione di un ufficio pubblico e sostituzione di persona in concorso. Peraltro, alla fine dell’inchiesta si è evinto anche che, le stesse telefonate minatorie erano giunte anche agli uffici giudiziari di Cassino, Viterbo e Latina. Anche per questo, le indagini degli investigatori continuano per risalire agli autori di analoghi episodi che si sono ripetuti prima e dopo il 20 settembre. Prima e dopo quell’inquietante bluff…

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