Parla Marra dal carcere: “I grillini mi hanno tradito, ma io sono innocente”

22 Mar 2017 8:33 - di Redazione
marra

Tre mesi di carcere non gli hanno minimamente piegato l’orgoglio. «Sto bene», ripete, poi aggiunge «fisicamente sto bene» ed è come se quell’avverbio fosse un’ancora a cui aggrapparsi per non mostrare cedimenti, per ostentare una forza che non vuole curvarsi nell’umiliazione. Innanzitutto di essere stato abbandonato da quelli che considerava gli amici, sì proprio i famosi «4 amici al bar» che comandavano in Campidoglio con lui, su tutti Virginia Raggi che a poche ore dal suo arresto aveva già scaricato il fedelissimo braccio destro come «solo uno dei tanti 23 mila dipendenti…». «Si è visto che amici erano…», «incompetenti» ripete Raffaele Marra che veste la sua dignità di uomo costretto in una cella da quasi cento giorni di fronte a Roberto Giachetti. Proprio lui, che era stato l’avversario di colei che chiamava «la mia sindaca» ben prima che Raggi venisse eletta. Ma Giachetti non è solo l’ex candidato del Pd e il vicepresidente della Camera: è un politico che frequenta le carceri dove ama tornare per raccogliere i disagi di chi è condannato a vivere in condizioni spesso fuori norma e sotto tagli di risorse costanti, si legge su “La Stampa“.  

A Regina Coeli ci sono 900 detenuti, il 60% stranieri 

Marra è uno che guarda dritto negli occhi quando parla e dissimula una resistenza dietro la quale Giachetti intravede una sofferenza che non è solo fisica. È dimagrito, certo, ma ben vestito. Indossa un golf grigio scuro, jeans e scarpe di camoscio, come se dovesse ricevere delle visite, ma gli altri detenuti dicono che è «sempre molto teso e nervoso e si sente che vomita spesso». Ha scelto di non farsi vedere in carcere dalla moglie e dai tre figli ancora minorenni che vivono all’estero. Ma è dura stare tre mesi senza vedere nessuno, con i pensieri che non ti danno tregua e corrono verso i vecchi amici. Nessuno dei 5 Stelle, la sindaca Raggi, l’ex vice sindaco Daniele Frongia, si è fatto vivo. «Non ho sentito più nessuno di quelli, altro che quattro amici al bar – dice con amaro riferimento al nome della chat con Raggi, Frongia e l’ex capo-segreteria della sindaca Salvatore Romeo – Si è visto che amici erano…».  

Nessuno dei 5 Stelle si è fatto vivo

Marra si sente scaricato, tradito. «Ha visto le chat? – chiede a Giachetti – Ha visto che roba e ha visto le mie risposte. Ho fatto l’errore di affidarmi a gente incompetente… Incompetenti, incompetenti» ripete con sdegno, deluso. Giachetti ne approfitta per stemperare la tensione ricordandogli che era lui il «Robertino» che Marra chiedeva ai vecchi amici di «sputtanare» cercando qualcosa nel suo passato. Ma Marra non sorride, chiuso nella gravità dei suoi pensieri: «Sì, sì, ma ha visto le mie risposte». Vorrebbe ma non può dire di più su come i magistrati stanno gestendo il suo processo: «96 giorni, una vergogna. Mi hanno tolto la dignità. Aspetto di uscire per rivedere la mia famiglia. Qui dentro non voglio. Sanno che sono innocente. Li rivedrò quando avrò riacquistato la mia dignità».  

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