Organizzati, veloci e soprattutto violenti: in manette 6 rapinatori seriali

16 Mar 2017 9:51 - di Lorenza Mariani

Rapinatori seriali pronti a tutto pur di depredare il soggetto preso di mira: armati fino al collo, e in genere abituati a ricorrere alle stesse modalità criminali per mettere a segno i vari colpi– spesso eseguiti a breve distanza uno dall’altro – i responsabili di una serie   di rapine iniziate nel 2014 sono stati fermati solo oggi quando i carabinieri hanno arrestato sei persone tra Catania, Messina, Agrigento e Catanzaro, perché ritenute responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine, furti aggravati e ricettazione.

Rapine a raffica: in manette 6 elementi di una banda criminale

Come anticipato, le indagini sono state avviate dopo una serie di rapine iniziate nel 2014: la prima messa a segno da tre persone a volto coperto armate di pistola in un’area di servizio con bar tabacchi e rifornimento carburanti a Misterbianco. La seconda, a distanza di soli due giorni, in un rifornimento carburanti sito ad Aci Castello e poi di Catania in contrada Gelso Bianco. La ricostruzione delle varie rapine, tutte commesse con lo stesso modus operandi, è stata possibile – e anche nei dettagli – grazie all’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza degli esercizi rapinati e all’acquisizione dei successivi riscontri investigativi evidenziati nel corso di mirati servizi di osservazione e prevenzione. Un accurato lavorato d’indagini che, tra dati e riscontri, hanno consentito di individuare uno dei rapinatori in G.L., un 24enne di Misterbianco.

Pedinamenti e sequestri spiegano il modus operandi della banda

Proprio seguendo gli spostamenti di quest’ultimo, infatti, in pochi mesi i militari hanno via via individuato e delineato i profili criminali dei vari componenti della banda, oltre che il carattere specifico del sodalizio criminoso, contraddistinto da un elevato livello di organizzazione e dalla particolare celerità di esecuzione di ogni singola rapina, eseguita sempre in base a efferate modalità. Non solo: il gruppo criminale era capace di mettere a segno più rapine al giorno: non solo nella città di Catania, ma nel territorio dell’intera provincia etnea. Ad “incastrare” i sei componenti la banda, l’esame incrociato delle registrazioni video che immortalavano le loro caratteristiche fisiche (anche se i volti, spesso, erano coperti da passamontagna) e soprattutto i sequestri nelle rispettive abitazioni di numerosi indumenti – molti dei quali idonei al travisamento – del tutto coincidenti con quelli utilizzati per le rapine.

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