Operaio licenziato dopo un trapianto di fegato: l’azienda ci ha ripensato

9 Mar 2017 17:08 - di Monica Pucci

«Nel primo pomeriggio ho preso contatti con i rappresentati locali della multinazionale svizzera: mi hanno assicurato di voler ritirare la loro decisione che, prima di ogni altra cosa, presentava tratti di disumanità inammissibili». Così sul suo profilo il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, ha commentato la vicenda del lavoratore licenziato dalla Oerlikon-Graziano al rientro in fabbrica dopo un trapianto di fegato, ipotizzando un lieto fine. «I miei auguri – aggiunge Chiamparino – all’operaio ingiustamente licenziato». Ma quanto c’è di vero in quel dietrofront annunciato da Chiamparino? Fonti non ufficiali, in effetti, sostengono che la Oerlikon svizzera “sta valutando la possibilità di riconsiderare il licenziamento” di Antonio Forchione, l’operaio della filiale italiana di Rivoli, vicino a Torino, che era stato ritenuto inidoneo al lavoro dopo il trapianto. «Stiamo valutando la vicenda», dicono dal quartier generale svizzero di Pfafflikon, sul lago di Zurigo. «A questa azienda avevo dato 27 anni di vita», si è lamentato il signor Forchione. Si aspettano buone notizie a breve. Intanto…

Uno sciopero contro il licenziamento dell’operaio
operato al fegato e rientrato in fabbrica

Oggi era stato indetto uno sciopero di solidarietà, due ore per turno, per solidarietà nei confronti del lavoratore che, rientrato in fabbrica dopo diversi mesi per un trapianto di fegato, aveva scoperto di essere stato licenziato perché impossibilitato a svolgere la mansione precedente all’operazione. «Si è trattato di uno sciopero di solidarietà ma anche di un segnale che i lavoratori hanno voluto dare – spiega Edi Lazzi della Fiom – sostenere che in un’azienda che occupa circa 700 addetti non ci sia una mansione adatta al lavoratore rientrato dopo la convalescenza ci sembra un po’ pretestuoso. Ci auguriamo che l’azienda riveda la decisione e che prevalga il buon senso, in caso contrario il licenziamento verrà impugnato». Anche i sindacati attendono notizie sul ritiro del provvedimento.

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