“Nomine fatte col compasso” da Renzi, gli ex-Pd evocano la massoneria

19 Mar 2017 13:44 - di Paolo Lami

Fratelli coltelli. Il più spietato è l’ex-compagno di tante battaglie, Roberto Speranza. Che evoca, addirittura, la massoneria: “Si può davvero pensare che tutta la vicenda di una classe dirigente stia in una concentrazione politica chiusa nel raggio di venti chilometri tracciati a compasso tra Rignano, Arezzo (buen retiro del piduista Licio Gelli, ndr) e la sede della fondazione Open?”. Un’accusa feroce che evoca la massoneria sulle nomine delle partecipate dello Stato.

Ma anche Francesco Boccia, ex-compagno di strada di Matteo Renzi e oggi grande sponsor del concorrente alla segretaria Michele Emiliano, non ci va leggero. E lancia contro l’ex-premier e (fra poco) anche ex-segretario di partito l’accusa, infamante, di aver fatto una “lottizzazione da basso impero” sulle nomine dei gran commis, dimentico che i panni sporchi andrebbero lavati in famiglia.

Volano gli stracci nel Pd, dilaniato dalle polemiche e dalla parcellizzazione in mille correnti, correntine, minipartitini in fuga astronimica dalla stella polare del capo. Costretto a incassare battute e battutacce per le nomine nelle partecipate del Tesoro. Certo, Gentiloni .. Ma nessuno dubita, soprattutto nel Pd, che la mente e il mandante di quelle nomine dei boiardi di Stato sia Matteo.

Gentiloni oggi sembra stretto dentro una eccessiva continuità con il governo precedente. Ed è un problema. La fotografia dei ministri e delle nomine non interpreta la domanda profonda di discontinuità del Paese”, dice in politichese il neo-esponente di Movimento dei Democratici e progressisti, Roberto Speranza.

È una resa dei conti penosa, quella a Largo del Nazareno. sulle nomine dei boiardi paracadutati sulle poltrone di comando delle grandi aziende. E il sospetto è che tutti fossero perfettamente a conoscenza dei metodi di Matteo Renzi. Ma che nessuno, finora, aveva parlato per convenienza. È per non perdere le poltrone sulle quali i contestatori stavano, pacificamente, sprofondati. Dunque è questo il metodo lottizzatorio dell’ex-rottamatore. Se lo dicono gli ex-renziani della prima ora c’è da crederci.

“Promuovere un gruppo ristretto, un cerchio di amici, un altro giglio magico è un errore. E questa è un’altra delle cose che sta facendo male sul piano del consenso”, affonda Speranza, cresciuto per 12, lunghi, anni, a pane e Pd.

“Si è superata la decenza – rincara la dose Boccia – siamo alla spartizione delle spoglie di quel che resta della Repubblica. Purtroppo le rassicurazioni che ci erano state date dal ministro Padoan e da Paolo Gentiloni si sono rivelate false: avevamo chiesto criteri oggettivi e trasparenti, ne è venuta fuori una lottizzazione da basso impero“.

“In ogni consiglio d’amministrazione hanno piazzato qualche riferimento del Partito della Nazione, persone che fanno riferimento a Renzi e ai suoi alleati. Persino i revisori dei conti, che dovrebbero essere quelli che garantiscono i mercati, sono stati lottizzati”.

Fra i neonominati nessuno raccoglie l’accusa di lottizzazione. Solo grandi sorrisi a smalto. E tante promesse.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *