Morto a Manhattan Hugh Hardy, l’archistar dei luoghi-simbolo Usa

18 Mar 2017 18:36 - di Redazione

L’architetto statunitense Hugh Hardy, celebre progettista per la libertà d’invenzione e per la capacità di restituire nuova vita a edifici-simbolo della storia americana, è morto nella sua casa di Manhattan all’età di 84 anni. L’annuncio della scomparsa, causata da un’emorragia cerebrale, è stato dato dalla famiglia al New York Times. Nel 1967 Hugh Hardy con Malcom Holzman e Norman Pfeiffer ha fondato a New York lo studio di architettura Hardy Holzman Pfeiffer Associates, poi allargatosi con l’apertura della sede di Los Angeles nel 1986. Hugh Hardy è stato un maestro della progettazione di spazi dedicati alle performing arts e la sua opera più recente è il Claire Tow Theater di New York.

Hardy ha introdotto l’uso di nuovo materiali

L’attività di Hardy si è rivolta sia al restauro e alla ristrutturazione sia alla produzione del nuovo, caratterizzata da una notevole libertà d’invenzione, amplificata dall’uso di nuovi materiali e dei colori. Hardy ha dato un notevole contributo al restauro di importanti e simbolici edifici come la Stanford University Memorial Church a Palo Alto (1990), la Public Library a Los Angeles (1993), il Radio City Music Hall a New York (1999) e il New Amsterdam Theater di New York (1999). Tra le nuove realizzazioni, Hardy ha firmato il Museum of Fine Arts and Education Center a San Angelo (1999), la Calvary Church a Pacific Palisades, in California (2000). Nel 2004 i tre architetti Hugh Hardy con Malcom Holzman e Norman Pfeiffer si sono separati fondando altrettanti studi diversi: H3 (Hardy), Holzman Moss Architecture e Pfeiffer Partners Architects Inc.

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