L’ultima di Orlando: “Non mi candido per D’Alema né per Napolitano”

2 Mar 2017 10:32 - di Elsa Corsini

Si candida alla segreteria del Pd ma non contro Renzi. E’ l’ultimo chiarimento, un po’ difficile da intepretare,  del ministro della Giustizia Andrea Orlando che al congresso dem sfiderà l’ex premier e dovrà vedersela con il potente governatore pugliese, Michele Emiliano. Dai microfoni de La 7 Orlando spiega anche di non essere il candidato di Massimo D’Alema.

Orlando: non mi candido contro Renzi

“Non mi candido contro Renzi ma per affermare un’altra piattaforma politica”, spiega a Omnibus, “non ho votato Renzi e non sono diventato renziano in questi anni, ho sempre cercato di affermare il mio punto di vista”. Lo stesso Guardasigilli ammette di avereavuto  con il segretario dimissionario del Nazareno rapporti complessi. “Ci sarebbero da scrivere capitoli. Ricordo i caffè di D’Alema a Palazzo Vecchio mentre stavamo facendo una campagna per Cuperlo segretario, ricordo una manifestazione a Bari con Emiliano a sostegno di Renzi… Nei partiti è così”. Insomma la coerenza non è la stella polare di questa diffile stagione della sinistra. Orlando ha accennato anche al rischio di trasformare il congresso in una lotta nel fango.

“Non sono il candidato di D’Alema”

“Io proponevo una conferenza programmatica per affrontare i temi e rispondere alle domande arrivate con il referendum. Mi è stato detto di no – dice ancora il ministro della Giustizia –  ma i fatti mi stanno dando ragione: c’è stata la scissione, Emiliano chiama elettori di altri partiti per votare contro Renzi, l’ex premier va in California come se non avesse governato in questi anni, si e’ aperta la pagina prevedibilissima delle tessere”. Il titolare del ministerodi via Arenula poi ci tiene a togliersi l’etichetta del candidato dalemiano voluto dall’ex presidente Napolitano. “Sono il candidato di quelli preoccupati che il Pd salti. Ho un rapporto antico con Giorgio Napolitano, immagino sia contento della mia candidatura ma non è stato lui a dirmi di candidarmi, non è stato D’Alema e non è stato Renzi. Mi sono convinto a candidarmi definitivamente all’assemblea del partito. Per il primo incontro, a Genova, in due giorni si è riempito un cinema e non era gente che aveva parlato con Napolitano o D’Alema”.

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