I genitori di una vittima allo jihadista: «Sei un assassino, non un eroe»

22 Mar 2017 11:50 - di Viola Longo
jihadista

Il 22 marzo 2016 la figlia Lauriane morì nell’attentato suicida nella metropolitana di Bruxelles, insieme ad altre 15 persone. A un anno esatto di distanza Brigitte e Michel Visart hanno scritto una lettera aperta allo jihadista che si fece esplodere Khalid El Bakraoui, spiegando che, nonostante il dolore, «voi avete perso» e «ha vinto la vita»

La lettera allo jihadista suicida

«Non siete un eroe, ma solo un assassino, voi e tutti gli altri terroristi, voi e i vigliacchi fra i vigliacchi che vi hanno spinto a commettere il peggiore degli atti: sopprimere delle vite», hanno scritto i due genitori, dando del “voi” al terrorista per mantenere il massimo della distanza possibile. «Cosa avete pensato» la sera prima dell’attentato? E quella mattina, quando vi siete piazzato fra le future vittime «le avete guardate? Avete osato guardare Lauriane negli occhi?», hanno chiesto i Visart nella loro lettera. 

«La vita vincerà sempre»

«Eccoci qui, un anno dopo. Noi, le vittime dirette o collaterali di questo atto ignobile. Noi siamo vivi, noi ricostruiamo, siamo solidali e se ci succede ancora di piangere, lo facciamo insieme a tanti uomini e donne di ogni origine», hanno scritto i genitori di Lauriane, con parole che hanno commosso il Belgio. «Mai in questo anno siamo stati traversati da un sentimento di odio. Mai abbiamo sentito così tanto amore», hanno spiegato ancora Michel, giornalista dell’emittente belga Rtbf, e la moglie. Dunque, «voi avete perso» perché «è la vita che vincerà, sempre! La vita nel rispetto degli altri e delle sue differenze, la vita – è la conclusione della lettera – nell’arricchimento che ci porta l’altro, semplicemente ed essenzialmente la vita».

 

 

 

 

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