Gentiloni ci prende in giro: arriva la Flat tax, ma solo per i ricconi stranieri

8 Mar 2017 19:47 - di Tito Flavi

L’ultima beffa del renzismo si chiama Flat tax. È in perfetto stile renziano (cioè lo stile-bufala)  l’annuncio di Gentiloni dell’arrivo in Italia della Flat tax.  C’è da stappare le bottiglie di spumante? Finalmente, come ai tempi di Reagan, avremo un’aliquota unica, proporzionale  e non progressiva? Macché, è la solita presa in giro del centrosinistra al governo. La Flat tax, nella versione di Gentiloni, è riservata solo ai nuovi residenti  stranieri ad alto patrimonio. Cioè i ricconi. Gentiloni e i suoi raffinati consiglieri l’hanno pensata solo a beneficio di chi  intende trasferire la residenza fiscale in Italia, consentendogli   una imposta sostitutiva sui redditi prodotti all’estero. L’opzione, introdotta con la Legge di bilancio 2017, prevede il pagamento di un’imposta forfettaria di  100mila euro per ciascun periodo d’imposta per cui viene esercitata. E ciò  al fine di attrarre ed incentivare il trasferimento della residenza  nel nostro Paese degli High net worth individual, ossia delle persone  con un alto patrimonio. Quale beneficio l’Italia possa trarre da una misura del genere è roba che nessuno riesce però a capire.

Critica il governo (e giustamente) Matteo Salvini, ha fatto della Flat tax uno dei suoi cavalli di battaglia: «Il governo applicherà la Flat tax per i  ricchi che dall’estero arriveranno in Italia, una tassa unica di  100.000 euro riservata ai milionari. Bene, ma perché allora Pd e  governo ignorano da anni la proposta della Lega di una tassa unica al  15% per tutti gli italiani, famiglie e imprese, non soltanto per i più ricchi? Pagare meno, per pagare tutti: si può fare!»

Critiche arrivano anche da sinistra. «Il problema che ci si dovrebbe porre è fare pagare le tasse in base alle legge e non dare incentivi»,  dice l’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco, il quale  bolla come «un’altra delle stravaganze di Renzi» l’ idea del governo. «Pensa di fare concorrenza agli inglesi sul loro terreno, dopo la Brexit, ma la concorrenza fiscale a tutti i costi crea solo un mondo di diseguaglianze».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *