Dijsselbloem e gli italiani “cicale”, è un coro: «Dimettiti e chiedi scusa»

22 Mar 2017 14:19 - di Giovanni Trotta

Non si placa la bufera dopo le parole del ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem sui presunti “vizi” dei popoli mediterranei, del Sud Europa, relativi ad alcool e donne: “Il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem, riferendosi agli Stati del sud Europa, ha dichiarato che non puoi spendere tutti i soldi in alcol e donne e poi chiedere aiuto. Secondo questo ‘statista’ del Partito socialista europeo, noi italiani saremmo un branco di debosciati assistiti dai responsabili popoli del Nord. Dijsselbloem si dimetta subito e il governo italiano pretenda scuse ufficiali”, scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “A noi non serve alcun aiuto da questa gente: ci basterebbe spezzare le catene che i tecnocrati europei hanno messo alla nostra economia e alle nostre imprese per tornare a crescere. Parleremo anche di questo il 25 marzo al centro congressi Angelicum di Roma all’iniziativa Italia Sovrana in Europa, aggiunge Meloni. Anche gli azzurri sulla stessa lunghezza d’onda: “Inaccettabili le parole di Dijsselbloem sui Paesi del Sud Europa. Sono frutto di un pregiudizio e di una stupidità politica assoluta. Dati i giorni in cui si sta celebrando l’Europa unita, lui se la prende in maniera stupida, ridicola, cretina con i Paesi del Club Med – come li chiamano i nordici – utilizzando pregiudizi e luoghi comuni”, ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, parlando con i giornalisti in sala stampa a Montecitorio. E ha aggiunto: “A parte il fatto poi che l’alcolismo è un fenomeno maggiormente frequente nei Paesi del Nord e che le luci rosse sono addirittura istituzionalizzate nella sua Olanda. Da questo punto di vista – ha sottolineato l’azzurro – un bel gesto da parte di Dijsselbloem sarebbero delle ottime dimissioni, che saremo pronti ad accettare con un grande sorriso per l’unità dell’Europa”. Persino nel corso delle celebrazioni a Camere riunite per i 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha parlato – pur senza citare il fatto specifico – di un’Europa che “appare quasi ripiegata su sé stessa. Spesso consapevole, nei suoi vertici, dei passi da compiere, eppure incerta nell’intraprendere la rotta. Come ieri, c’è bisogno di visioni lungimiranti, con la capacità di sperimentare percorsi ulteriori e coraggiosi”. E sulla Brexit, ha detto che “sul percorso di integrazione europea si svolga una riflessione, la cui necessità è accresciuta dall’uscita, per la prima volta, di un Paese, il Regno Unito, membro dal 1973”.

Persino la Ue prende le distanze da Dijsselbloem

 Ferma condanna anche da chi magari non l’aspetti, o l’aspetti di meno: dopo le parole del presidente dell’Eurogruppo nell’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung contro gli Stati del Sud Europa, l’europarlamentare e vicesegretario federale della Lega Nord Lorenzo Fontana, in un’interrogazione, chiede alla Commissione Europea di “prendere le distanze e di condannare quelle dichiarazioni, richiamando il presidente dell’Eurogruppo al rispetto. Dijsselbloem – dice Fontana – vuole fomentare lo scontro tra Nord e Sud Europa nel tentativo di oscurare il problema vero, che si chiama Unione Europea. Il presidente dell’Eurogruppo, che dovrebbe rassegnare immediatamente le dimissioni, non riuscirà a distogliere l’attenzione dai danni prodotti da questa Ue, sotto i profili economico e della sicurezza”. Una condanna arriva anche dal Bruxelles: in genere alla Commissione europea “non commentiamo i commenti, ma io non l’avrei detto e penso che sia sbagliato”. Così la commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager risponde, in conferenza stampa a Bruxelles, in merito alle dichiarazioni alla Faz del presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem a proposito degli Stati del Sud Europa, cicale che a suo dire scialacquerebbero i propri denari per poi chiedere solidarietà alle ricche formiche del Nord (“Non posso spendere tutti i miei soldi in liquori e donne – Schnaps und Frauen, ndr – e poi chiedere aiuto”). In mattinata era anche arrivata la ferma condanna di Matteo Renzi, che aveva in particolare censurato il fatto che Dijsselbloem appartiene al partito socialista europeo. “E prima si dimette meglio è. Per lui ma anche per la credibilità delle istituzioni europee”, aveva infatti scritto Renzi su Facebook.

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