Braveheart è tornato: la Scozia decide se diventare una nazione indipendente

28 Mar 2017 18:32 - di Giovanni Trotta

Il Parlamento scozzese ha votato a favore per la convocazione di un nuovo referendum sull’indipendenza dal Regno Unito. Il voto è stato ottenuto con una maggioranza di 69 sì contro 59 no. “Il popolo della Scozia deve poter scegliere fra la Brexit, probabilmente una hard Brexit, e diventare un Paese indipendente”. Così la primo ministro del governo locale scozzese, Nicola Sturgeon, intervenendo al parlamento di Edimburgo in favore di un secondo referendum sull’indipendenza della Scozia. La Sturgeon chiederà formalmente a Londra di indire la consultazione prima dell’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. Quando il governo di Theresa May attiverà domani l’articolo 50 per l’uscita dall’Ue, “il cambiamento per il nostro Paese diventerà inevitabile”, ha detto la Sturgeon, leader del partito nazionalista scozzese Snp. “Vi sarà un impatto sul commercio, gli investimenti, sul nostro livello di vita e sulla natura della nostra società”, un cambiamento “che non ci deve essere imposto”. Nel 2014, il 55% degli scozzesi ha votato “no” al referendum sull’indipendenza. Ma la Brexit cambia tutto, perché oltre il 60% degli scozzesi ha votato l’anno scorso contro l’uscita dall’Ue. Così Edimburgo vuole poter tornare a votare sull’indipendenza. L’Snp guida un governo di minoranza con 63 dei 129 seggi del parlamento scozzese, ma il referendum è appoggiato anche dai sei deputati dello Scottish Green Party che dovrebbero assicurare il passaggio della mozione.

Theresa May: la Brexit sarà un grande momento

Ma LOndra va dritta per la sua strada. La Brexit sarà “uno dei più significativi momenti” della nostra storia recente. Lo ha detto Theresa May, intervenendo ad un forum d’investimenti del Qatar a Birmingham, secondo quanto riferiscono i media britannici. L’avvio domani dei negoziati per l’uscita dall’Ue porterà “ad una nuova, profonda e speciale partnership con l’Europa”, ha detto il primo ministro britannico, aggiungendo che sarà anche un’opportunità per “delineare un ruolo ancora più grande per una Gran Bretagna globale”. “Questo significa – ha spiegato – non soltanto costruire nuove alleanze ma lavorare ancora di più con i vecchi amici”. La Gran Bretagna lascerà il mercato unico, ma cercherà di ottenervi il massimo accesso, ha detto la May. Anche l’Italia cercherà di mediare: “Lavoreremo duramente per raggiungere un divorzio ordinato ed equo tra l’Ue e il Regno Unito. Il Parlamento farà in modo che gli interessi dei nostri cittadini vengano protetti: deve essere chiaro che essere un membro dell’Ue non è la stessa cosa di non esserlo”. Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, incontrando a Bruxelles il sindaco di Londra Sadiq Khan. “Ciò nondimeno – ha aggiunto – dopo il divorzio dovremo lavorare per avere una buona partnership con i nostri amici nel Regno Unito e a Londra”.  “Domani il primo ministro inglese – aggiunge Tajani – dovrebbe notificare l’articolo 50. Domani la conferenza dei presidenti discuterà la posizione del Parlamento europeo sui negoziati per la Brexit e la settimana prossima adotteremo una risoluzione. Il Parlamento giocherà un ruolo chiave nel decidere i risultati dei negoziati e, come presidente, assicurerò che tutte le posizioni vengano equamente rappresentate nel dibattito”. 

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