Black bloc fermati: ecco come la sala operativa della Questura li ha isolati

26 Mar 2017 12:19 - di Gabriele Alberti

Puntare tutto sulla prevenzione – cosa che non era stata fatta in passato- è stata una tattica vincente e, una volta tanto, il giorno dopo  la scampata débacle per l’ordine pubblico a Roma, bisogna dire bravi al  ministro degli interni Minniti e al capo della Polizia Gabrielli. “Festa” rovinata per gli antagonisti pronti a usare il copione consolidato della guerriglia urbana. Niente di tutto ciò. Un attestato unanime è partito da parte di maggioranza e opposizione. Di black bloc in giro se ne sono visti pochi e la temuta guerriglia urbana è stata solo un incubo svanito. Come è stato possibile? Apprendiamo dalla ricostruzione del Giornale come ci si è preparati a questa giornata di passione nella sala operativa della Questura di Roma. “È qui che arrivavano le immagini provenienti dalle 2.100 telecamere, palesi e nascoste, attive già dal 23 marzo e posizionate in ogni angolo della città per monitorare ogni passo dei manifestanti”. Tutto era sotto controllo, a partire dai numeri. Quindicimila, in tutto, quelli che hanno sfilato sabato per le vie della Capitale. “In tremila, secondo i dati della Questura, hanno partecipato al corteo “Eurostop”, la manifestazione considerata più a rischio.

2000 controlli: 30 rimpatri

“Sono state duemila in totale, infatti, le persone controllate dagli agenti”, si legge. Centoventidue manifestanti arrivati a bordo di pullman provenienti da Venezia e Torino sono stati intercettati alle porte della Capitale e circa 30 di loro, tutti giovani appartenenti all’area antagonista, sono stati rimpatriati con foglio di via obbligatorio”.  Una tattica preparata da giorni. Tra venerdì e sabato sono stati sequestrati dagli agenti di polizia  maschere antigas, spranghe, bastoni, coltelli e stupefacent “e ci sono diverse posizioni al vaglio degli inquirenti”.

Tutto monitorato minuto per minuto

Per tutta la giornata ogni singolo momento delle manifestazioni è stato ripreso dagli agenti posizionati sui tetti degli edifici, dagli elicotteri e dai droni, “sono state sotto gli occhi dei dirigenti di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Esercito, Vigili del Fuoco, Polizia Locale di Roma Capitale, Atac, Aeronautica e 118, nella sala operativa della Questura. È da qui, infatti, che si sono coordinate le operazioni e gli interventi. Ed è da qui che, in coordinamento con i funzionari sul campo, si è presa la decisione  di “mettere in sicurezza” il gruppo di manifestanti di “Eurostop”: l’unica “scintilla” si è accesa, infatti, in piazza della Bocca della Verità, dove i manifestanti più accesi  si sono staccati dal corteo, facendo registrare qualche momento di tensione. Si è proceduto a “un’azione di contenimento – spiegano dalla Questura – che si è resa necessaria per tutelare il blocco principale della manifestazione. Una volta ricondotti all’interno del percorso concordato dagli organizzatori, i manifestanti hanno potuto proseguire il corteo fino a piazza della Bocca della Verità e la sfilata anti-europeista si è potuta concludere senza incidenti”.

E’ andata così, ricostruisce il Giornale: “un gruppo di capetti di chissà quali gruppi si fermano per alcuni minuti a parlare, perdendo tempo. Il questore allora ne approfitta: i mammut e le camionette della polizia lasciano le loro postazioni per avanzare fino a costringere i centri sociali tra due fuochi: di fronte gli idranti della celere e dietro i manganelli dei carabinieri. Nessuna via di fuga, se non una stradina laterale subito sbarrata. L’azione delle forze dell’ordine è stata rapida e indolore. Disorientati, i manifestanti chiusi in gabbia hanno urlato, protestato, gridato indignazione. Prima si sono sdraiati in terra in protesta. Poi hanno provato ad avanzare: ma ormai la frittata era fatta. Nello spicchio di Capitale in cui si sono ritrovati reclusi, stretti tra il Tevere e le mura del parco Savello, l’entusiasmo e la voglia di “spaccare tutto” si sono sciolte come gelati al sole”.

Dei temuti  black bloc stranieri, infine, neanche l’ombra. Il questore ha parlato di un “eccesso di allarmismo” e a proposito della diffusione della notizia del fermo di 170 anarchici francesi, dice chiaramente che non era vero. Fondamentale il ritrovamento e il sequestro di  spranghe e bastoni a via Galvani, nel quartiere Testaccio, preparate proprio lungo il percorso del corteo degli antagonisti che ha spento ogni velleità antagonista.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *