Ancora un agente aggredito: il carcere di Pescara sta diventando “un inferno”

5 Mar 2017 19:10 - di Martino Della Costa

Nell’inferno delle carceri italiane: si sta delineando sempre di più come un terrificante girone dantesco l’universo carcerario italiano, ogni giorno più violento e pericoloso. Solo poche ore fa l’ultima denuncia relativa – per la seconda volta in pochi giorni – al penitenziario pescarese.

Carcere, l’inferno quotidiano degli agenti penitenziari

E così, ha dichiarato poco fa Mauro Nardella, vice segretario regionale Uil della Polizia penitenziaria, “a pochissimi giorni dall’aggressione subita da un poliziotto (finito al pronto soccorso a seguito di un pestaggio subito da un detenuto psicopatico), un’altra e ancor più violenta è stata perpetrata a danno di un sovrintendente, con una diagnosi, in regime di ricovero ospedaliero,che parla di una mandibola spappolata e di un forte trauma cranico”. Ed è davvero inaccettabile che un agente possa essere ridotto in queste condizioni nel semplice esercizio delle sue funzioni. Una situazione arrivata ormai ai minimi termini, che sembra degenerare a ogni ora che passa, e che le varie sigle sindacali operative nei diversi istituti penitenziari dislocati nel Paese stanno denunciando da tempo – e non solo a seguito delle varie aggressioni subite di volta in volta dai diversi agenti in servizio – ma che è ormai arrivata davvero al limite massimo di sopportazione.

Agenti aggrediti senza un motivo

L’ultimo episodio si è verificato nel carcere di Pescara, uno dei meno turbolenti almeno fino a qualche tempo fa. Ma non si contano più nemmeno le aggressioni inconsulte che denunciano una escalation di violenza ormai incontrollabile che colpisce, indifferentemente da nord a sud, gli agenti della polizia penitenziaria. Spesso a picchiare duro sono detenuti stranieri particolarmente difficili, soggetti turbolenti attenzionati in modo particolare; eppure, “in questo caso – ha aggiunto Nardella – ad aggredire l’agente è stato un detenuto ex pugile il quale, durante un normale controllo nella sezione detentiva, senza un valido motivo, colto da un improvviso raptus, gli si è scagliato addosso e con violentissimi colpi. E da carcere modello – denuncia in conclusione il dirigente sindacale – quello pescarese sta divenendo sempre più un inferno”. Un inferno diviso in tanti gironi: uno per ogni istituto di pena del Belpaese…

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