Allarme morbillo: primi ricoveri in Italia. È il virus che ha fatto vittime in Romania

14 Mar 2017 13:36 - di Gabriele Alberti

Numeri record. Un’epidemia di morbillo sta flagellando l’Italia. Tra le città dove si sono registrati casi in numero maggiore c’è  Pescara. Tra giovani adulti l’epidemia sta colpendo duro dai primi giorni di febbraio e ha portato a 25 ricoveri in ospedale “su circa un centinaio di persone colpite. Soprattutto adulti tra i 30 e i 40 anni, non vaccinati. Fra i pazienti ricoverati in isolamento, per evitare contagi in ospedale, c’erano anche 2-3 casi di morbillo in gravidanza“. Lo spiega  Giustino Parruti, a capo dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive dell’ospedale Civile di Pescara, da poco più di un mese alle prese con l’emergenza morbillo in città. “Abbiamo effettuato un centinaio di consulenze”, riferisce: “Per le forme di morbillo non complicate è stato possibile gestire i pazienti a casa, mentre se c’erano alcuni elementi che destavano preoccupazione, come una tosse, alcuni casi di rabdiomiolisi e alcuni di morbillo in gravidanza che richiedevano un attento monitoraggio della salute della mamma e del bambino, abbiamo attivato il ricovero. Il problema, con il morbillo, è legato al rischio di complicanze, polmonari e non solo: la più grave è l’encefalite. Parliamo di un rischio per un caso su mille, e non abbiamo medicinali per trattare questa condizione”, avverte Parruti. per questo l’allarme è altissimo.

Morbillo killer: 15 morti in Romania

Le complicazioni che possono portare alla morte non sono pericoli  tanto lontani dalla realtà. Si sono infatti registrati anche  “15 morti  in Romania“. Ma perché ad essere colpiti sono soprattutto adulti di 30-40? “I cinquantenni – risponde lo specialista – hanno avuto tutti il morbillo, malattia che anni fa eravamo riusciti a controllare grazie al vaccino. Le persone di 30-40 anni non vaccinate, invece, finora erano state protette dall’immunità di gregge. Ma negli ultimi anni la copertura vaccinale è scesa; il virus sta circolando di nuovo intensamente e finisce per colpire proprio questa generazione, dove ci sono molti soggetti suscettibili. E dire che qualche anno fa bastava una spallata per bloccare definitivamente il morbillo”.

La colpa è del calo di vaccinazioni

L’epidemia di morbillo a Pescara è un evento non del tutto inaspettato, come ha detto a Il Centro Carla Granchelli, direttore dell’Unità operativa di Igiene, Epidemiologia e Sanità pubblica della Asl pescarese. “L’epidemia di morbillo ha un ciclo ogni quattro anni. L’avevamo avuta nel 2012 ed è tornata. Per questo già a gennaio, in pieno allarme meningite, ero tornata a ricordare l’importanza del vaccino per il morbillo, considerando che la fase epidemica si può bloccare solo se la popolazione ha una copertura tra il 92 e il 95%”. Il problema a Pescara nasce, insomma, dal calo delle vaccinazioni. “Un fenomeno – osserva Parruti – legato alla paura ingenerata dalla presunta associazione tra vaccino anti-morbillo e autismo. Ebbene, bisogna sottolineare che le presunte evidenze sono solo frodi, che sono state smontate pezzo per pezzo”. Il medico italiano punta il dito contro l’ex collega britannico (poi radiato) “Andrew Wakefield, che pubblicò un lavoro in cui sosteneva che alcuni casi di autismo fossero conseguenza della vaccinazione. Ecco, all’epoca bastava una spallata per debellare il morbillo, e invece è accaduto quello che sappiamo”. Perruti assicura ai pescaresi che “il vaccino è sicuro, e chi non si è vaccinato e non ha nessun sintomo fa ancora in tempo a farlo”. 

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