E adesso la Merkel vuole fermare i profughi: accordi con Tunisia ed Egitto

4 Mar 2017 7:46 - di Redazione
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Se anche fossero ciniche tappe da campagna elettorale, l’Italia può solo augurarsi che si moltiplichino il più possibile. L’altro ieri la cancelliera Angela Merkel è partita per l’Egitto e la Tunisia e ha stipulato una serie di accordi per frenare il flusso di migranti. Un’ottima notizia anche per l’Italia, che l’anno scorso è stata attraversata dalla metà circa dei profughi – 180mila – che hanno rischiato la vita nel Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Ma durante le due tappe del breve tour nel Nordafrica, Merkel ha toccato temi delicati come i rapporti con la Libia e il caso dell’attentatore tunisino di Berlino, Anis Amri. Anche lì, stringendo intese sui rimpatri che potrebbero essere di interesse anche per noi, si legge su “la Repubblica“.

Merkel adesso vuole dare priorità ai respingimenti

Com’è noto, Anis Amri era riuscito a sfuggire al rimpatrio deciso dalle autorità tedesche l’anno scorso a causa dei mostruosi ritardi e della scarsa collaborazione dei tunisini, restii ad ammettere che si trattava di un loro concittadino. E lo stesso identico copione era toccato già all’Italia. Nel 2015, quando ilfondamentalista islamico uscì dal carcere di Palermo e fu intrattenuto nel Cie di Caltanissetta, Tunisi tacque a lungo e lui riuscì a scappare. Si rifugiò in Germania dove compì la strage del 19 dicembre scorso che costò la vita a 12 persone. Ieri Merkel ha ottenuto la garanzia che ad ogni richiesta della Germania di identificare un migrante, Tunisi risponderà “entro trenta giorni”. E che l’espulsione avverrà immediatamente dopo, nel caso. Nella conferenza stampa successiva all’incontro con la cancelliera, il presidente tunisino Beji Caid Essebsi ha confermato che «faremo in modo che i consolati tunisini in Germania aiutino nell’identificazione».

Lotta agli scafisti in Egitto

L’altro aspetto fondamentale degli incontri di Merkel con le controparti nordafricane è la questione dei migranti. Giovedì, nel faccia a faccia con Al Sisi, la cancelliera ha ottenuto rassicurazioni sulla lotta agli scafisti e ha ricordato le centinaia di migliaia di profughi presenti nel Paese – 500mila sono solo quelli siriani. Non a caso, Merkel ha poi offerto 500 milioni di euro al Cairo, come ha confermato il ministro degli Investimenti, Sihr Nasr. Il do ut des è dichiarato. Ieri, schema simile. Dopo l’incontro con Essebsi, Merkel ha ricordato che circa 1.500 tunisini sono in attesa di essere rimpatriati (finora ne sono stati espulsi appena 116) e ha annunciato di aver offerto 250 milioni di euro alla Tunisia «per promuovere progetti di sviluppo, creare posti di lavoro e sostenere le piccole imprese». Peraltro, Essebsi ha elogiato un incontro che «soddisfa entrambe le parti» e «somiglia a quello fatto con l’Italia» nel 2011. Dopo essere stata osannata come “cancelliera dei profughi”, Merkel ha messo al centro della sua campagna elettorale il problema dei respingimenti, soprattutto dopo il caso dell’attentatore di Berlino che aveva evidenziato l’incapacità di polizia e servizi tedeschi di tenerlo sotto controllo e di espellerlo dopo che era stato individuato come terrorista islamico. 

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