Toh, chi si rivede. George W. Bush si risveglia. E scarica livore contro Trump

27 Feb 2017 19:34 - di Tito Flavi

Toh, chi si rivede. George W. Bush si risveglia e torna a dire la sua sulla scena pubblica americana, al solo scopo però di demolire l’opera di Donald Trump, che pure è il presidente espresso dal suo stesso partito, il Republican Old Party.  Il fatto è che Bush è uomo dell’establishment Usa, lo stesso cui appartiene, sul fronte liberal, Hilary Clinton. E quindi non può egli che vedere  come fumo agli occhi il nuovo inquilino della Casa Bianca.

Bush sceglie come fronte d’attacco il Muslim Ban. «Chi uccide innocenti – dice –  non è una  persona religiosa». Secondo l’ex presidente che dopo gli attacchi dell’11 settembre ha insistito nel dire che la risposta dell’America non era la guerra all’Islam, il povvedimento di Trump rischia di compromettere, non solo  uno dei capisaldi della libertà americana, ma anche la strategia anti-terrorismo. «La cosa più importante – insiste Bush –  è ricordare che una delle nostre forze maggiori è il fatto che le persone sono libere di professare qualsiasi fede, o nessuna, è questa la base della nostra libertà, la libertà di culto». Ruardo poi al muro anti-clandestini Bush afferma: «Io sono per una politica dell’immigrazione che sia accogliente nel rispetto delle leggi».

Molto edificante, molto cool. Peccato solo che George W. Bush sia l’esponente politico americano meno indicato per parlare di lotta all’integralismo islamico. Si dà infatti il caso che l’odierno caos nel Medio Oriente, con la relativa affermazione dell’Isis e con l’insicurezza che si propaga dall’Europa agli Stati Uniti, abbia come storica causa proprio la sua improvvida  decisione di invadere l’Iraq di Saddam Hussein. Il quale Saddam, sarà pure stato un grande birbante, ma almeno sapeva come tenere a bada gli integralisti di ogni risma.  Ed è stata proprio la destabilizzazione dell’Iraq  ad aprire il Vaso di Pandora del Medio Oriente. Così, dall’esportazione della democrazia, sia passati dal rischio d’importazione del terrorismo. Non è davvero un risultato di cui l’ex presidente Bush può andar fiero. 

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