Terremoto, 84mila minori coinvolti: ecco i danni psicologici subiti

23 Feb 2017 12:47 - di Guglielmo Federici

“Più di 84.000 bambini e adolescenti, di cui oltre il 30% con meno di 5 anni e il 28% tra i 6 e gli 11 anni, sono stati coinvolti nel terremoto che a partire dal 24 agosto scorso
ha colpito il Centro Italia”. Un dramma nel dramma. Tante le feritepsicologiche da curare. A riferirlo è Save the Children, ricordando che “tra le principali conseguenze nella vita quotidiana dei bambini, quelle sul loro diritto all’istruzione. Dalle verifiche di agibilità su quasi 1.000 edifici scolastici, è emerso che quasi 1 su 10 è stato dichiarato inagibile, mentre più di 1 su 4 è risultato parzialmente o temporaneamente inagibile”. Sottolinea Raffaela Milano direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children: “Ancora troppi bambini, oggi nel nostro Paese, frequentano scuole che presentano gravi criticità dal punto di vista sismico. Su questo tema abbiamo di recente avviato una collaborazione con i genitori del Comitato Scuole Sicure, nato nelle regioni colpite dal sisma; con loro condividiamo la consapevolezza del fatto che è fondamentale garantire ad ogni bambino il diritto di studiare e crescere in ambienti completamente sicuri”. C’è un dramma di cui ancora i piccoli pagheranno danni chissà per quanto tempo. 

Terremoto, i bimbi pagano il prezzo più alto

In Italia, come descrive una mappa del pericolo sismico realizzata dall’Ingv, l’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia per Save the Children, circa 5,5 milioni di bambini e ragazzi sotto i 15 anni vivono in aree ad alta e medio-alta pericolosità sismica, un territorio molto vasto che comprende il 70% delle province italiane e
45 città con più di 50.000 abitanti. Secondo un’elaborazione dell’Istat dei dati forniti dal Miur sulle scuole e sugli alunni per l’anno scolastico 2014-2015, sarebbero 669 gli istituti scolastici presenti nei territori colpiti dal terremoto e 84.399 gli alunni iscritti.”Gli eventi sismici che hanno colpito il Centro Italia tra l’agosto 2016 e lo scorso gennaio hanno avuto forti ripercussioni sulla regolare frequenza scolastica di bambini e ragazzi, che hanno perso molte ore di lezione o si sono visti costretti a studiare in spazi provvisori, come tende, negozi o spazi della parrocchia, a frequentare lezioni organizzate in doppi turni per sfruttare al meglio le strutture agibili o, ancora, a spostarsi in scuole situate a molti chilometri di distanza”, rileva ancora Save the Children. Uno stress emotivo di proporzioni enormi.

Persi gli spazi di incontro e di gioco: poco si è fatto

“Nelle zone colpite dal sisma, va contrastato con programmi mirati il vero e proprio deserto educativo che si è creato per i bambini e gli adolescenti i quali, in molti casi, oltre alla scuola, hanno perso gli spazi abituali di incontro con i coetanei, la possibilità di praticare attività sportive, la musica e ogni altra occasione di sviluppo dei loro talenti – prosegue Raffaela Milano – Tutti aspetti che sono cruciali per la crescita, in particolare dopo un evento traumatico come quello che è stato vissuto. É fondamentale
che la fase di ricostruzione veda protagonisti i bambini e gli adolescenti, e che le loro necessità siano sempre considerate nelle scelte che vengono fatte dalle istituzioni”. Per permettere agli studenti di tornare a studiare in luoghi adeguati, ad oggi sono stati costruiti 10 moduli scolastici prefabbricati, frequentati attualmente da circa 1.000 studenti. Tra questi c’è la nuova scuola provvisoria di Corridonia, realizzata da Save the Children, frequentata attualmente da circa 80 bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria. Ancora poco.

 

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