Febbraio 2017, la tempesta perfetta: cinque consigli per la Destra

21 Feb 2017 12:32 - di Carlo Ciccioli

Work in progress: quello che doveva accadere nello scenario politico italiano sta accadendo. Febbraio 2017: tempesta perfetta! Renzi, come previsto è andato a sbattere: a tirare troppo la corda, la corda si è spezzata. Bersani, Speranza, D’Alema, Rossi ( il Presidente della Regione Toscana), ma sembra anche Emiliano (il Presidente della Regione Puglia) sono ormai quasi fuori dal PD. E migliaia di dirigenti in tutta Italia si stanno attrezzando per uscire. Una ventina di senatori e una quarantina di deputati. A consiglieri regionali siamo intorno al centinaio, tra cui i due Presidenti di Regione. Non è cosa da poco. Che uniti a Sinistra Italiana (il grosso dell’ex Sel) e alle varie formazioni minoritarie, da Comunisti Italiani a Rifondazione Comunista, mettono insieme elettoralmente da un minimo di 10 fino ad un 14%, tenendo presente l’elettorato della sinistra del M5 Stelle in fuga a causa delle scarse performance della Raggi a Roma e un pò in tutta Italia, visto che il Movimento ha tradito tutte le aspettative di corretta gestione e buon governo. La conquista di Roma per loro si è rivelata una trappola mortale. Ma sono i numeri a fare la differenza: se togliamo un 10% al PD, dato ora al 30-32% ci ritroviamo un 22% . Inutile aggiungere il 3-4% di Ncd e un 2-3% che potrebbe portargli, con il suo mini movimento, l’ex sindaco di Milano Pisapia. Ad essere ottimisti siamo al massimo al 27%, cioè fuori dai giochi. Cioè neppure più appetibili per i piani più spregiudicati che potrebbe mettere in piedi Silvio Berlusconi e i suoi profeti del Foglio. Perchè a qual punto se Berlusconi va con Renzi frana elettoralmente sia Forza Italia sulla destra che il PD sulla sinistra, quindi lontani dal vincere le elezioni.

Il Movimento di Berlusconi con Pisapia ci dice poco ed anche il Nuovo Centro destra si ridurrebbe al lumicino. Partita persa, D’Alema nelle strategie distruttive è il primo della classe, non c’è competitor, da Prodi al Referendum del 4 dicembre, vince sempre. Ma anche i guai del Movimento 5 Stelle sono in aumento: correnti interne come nel più tradizionale dei partiti, l’On. Lombardi contro la Raggi, Di Maio contro Di Battista, Casaleggio, che vuol controllare tutti, punitivo contro chiunque sta in prima linea e che comunque qualche errore lo può sempre fare. Sono puri solo quelli che pontificano e non si vanno a sporcare le mani e quindi rimanendo nell’astratto possono essere idealizzati. Solo che gli elettori prima si sono accorti del bluff di Renzi, un campione di dichiarazioni e di annunci ad effetto, di ragionamenti immaginifici, ma un vuoto pneumatico di risultati. Adesso si stanno accorgendo che Grillo, che dopo aver ottenuto il massimo dei voti con la politica del “vaffanculo” ed aver raggiunto un consenso che ha rasentato il 29-30% nei sondaggi, alla prova del fuoco non funziona e così inizia ad essere in caduta, non riesce più a contenere l’implosione del suo movimento, troppo ricco di contraddizioni non risolte. Un comico, per quanto carismatico, non basta a costruire un progetto politico.

Cinque consigli per la Destra

Per la Destra due fasi: la prima creare un’area, che oggi viene definita sovranista, ma che è soprattutto espressione di identità nazionale e popolare, che vada oltre il 20% , che è fortemente individuabile in Giorgia Meloni e Matteo Salvini e tutti quelli che ci stanno; se a questa si aggiunge l’attuale Forza Italia e tutte le sue scissioni siamo ben oltre il 35%; suggestionando l’opinione pubblica con l’idea di una nuova stabilità e con le svolte internazionali in Gran Bretagna e Stati Uniti, nonchè quelle prossime venture in Olanda e Francia tra marzo e aprile, arriviamo ad un 40% di voti previsto dal “Consultellum”, la legge elettorale uscita dalla sentenza della Corte Costituzionale, cioè vinciamo le elezioni e siamo al Governo. Mi permetto però di prescrivere solo cinque ma indispensabili comandamenti per il centrodestra.

Basta “cerchi magici”

1. Il programma di Governo deve essere presentato e poi mantenuto; il PDL è fallito proprio per aver mancato e realizzato gli impegni assunti. 2. Gli uomini compromessi o impresentabili semplicemente non possono essere presentati, aldilà delle amicizie, delle relazioni personali e degli affetti che pur ciascun esponente politico ha; perchè poi parte il killeraggio o se vogliamo come viene da molti denunciato, la persecuzione della Magistratura politicizzata che si attiva e a quel punto non c’è niente da fare, perchè ogni giorno siamo sotto tiro e non c’è modo di salvarsi, cioè si finisce nello stallo. Nel centrodestra ogni ombra diventa un procedimento penale, un avviso di garanzia, un rinvio a giudizio: chiarire o essere assolti successivamente, dal punto di vista mediatico e politico è assolutamente irrilevante; nel frattempo le maggioranze politiche si sono dissolte e le teste sono cadute. 3. Basta con i cerchi magici che hanno travolto Berlusconi, Bossi, Fini e tutte le leadership, non ultima quella di Renzi, che tra un pò vedrà sul banco degli imputati il Ministro Lotti, il padre Tiziano Renzi e tanti altri del suo enturage. L’inquisizione non fa sconti neanche per i presunti intoccabili, perchè un magistrato che ti veda male è sempre disponibile sul mercato della Giustizia.

Classe dirigente e sobrietà

4. I movimenti vivono di dibattito politico, proposte e classe dirigente, non solo di consorterie che sono aggrappate come foglie d’edera agli uomini vincenti del potere, che come noto hanno sempre un consenso momentaneo ed evanescente. Quando un politico ha vinto immediatamente dopo comincia la caduta e se non è equipaggiato con un forte movimento politico e strutturato alle spalle, fa una brutta fine come si è visto per Berlusconi e Forza Italia, ma anche per il PDL e perchè no nell’ultima fase di Alleanza Nazionale, trasformata in un correntificio piuttosto che in un forte movimento di consenso e di classe dirigente credibile. 5. Il problema non ininfluente della sfera femminile che frequenta i capi. Prima o poi scriverò un pezzo sulla relazione tra i leader della Destra e i loro rapporti con le donne, che se non vengono scelte con oculatezza, li portano inesorabilmente a fondo. Vogliamo parlare dei guai che ha procurato Veronica Lario a Berlusconi, senza dimenticare la Minetti, Ruby o le olgettine, la Tulliani a Gianfranco Fini o Carla Bruni a Sarkozy ? E la serie potrebbe essere lunga, da Scaiola a tanti altri, fino a sfiorare il ridicolo. Non voglio dire che chi fa politica deve prendere i “voti”, e non parlo di quelli elettorali che sono indispensabili, ma parlo di quelli “monastici”. Ma la sobrietà, quando uno diventa leader politico, è indispensabile per non fare gli scivoloni noti di tanti. Nessuno a destra ha avuto mai la copertura che ha avuto Bill Clinton con la Lewinsky, supportato finanche da sua moglie Hillary Clinton o di Niky Vendola con le sue amicizie particolari o di Renzi con la Boschi. Insomma su questo non si possono più far sconti, o come viene detto dai “politicamente corretti” si tratta solo di fatti personali. Oggi in politica il privato diventa pubblico e finisce sui giornali o sulle televisioni. Quindi non possono più essere previste candidature spericolate, di amici intimi, di parenti, di assistenti o amanti.

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