Più depressi con la crisi economica: gli psichiatri lanciano l’allarme

25 Feb 2017 18:38 - di Redazione

Più depressi con la crisi economica: gli psichiatri lanciano l’allarme. «Affrontare i fortissimi, quanto  crescenti, disagi psicologici provocati dalla crisi economica e  sociale anche sul fronte delle sofferenze mentali». È l’appello di  Alberto Siracusano, presidente della Società italiana di  psicopatologia (Sopsi) alla chiusura del XXI Congresso  nazionale degli psichiatri italiani, al quale hanno preso parte i più  importanti ricercatori nazionali e internazionali, preoccupati per la  crescita dei problemi legati alla sofferenza mentale e legati al  difficile momento storico.

Al Congresso degli psichiatri, impegnati a realizzare il Progetto salute  mentale 20.20 secondo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale  della Sanità agli stati membri relative al Piano Globale per la salute mentale 2013-2020, sono stati infatti affrontati una serie di problemi di primo piano (crisi finanziaria, terrorismo, cambiamenti climatici,  terremoti) che hanno portato ‘la sofferenza mentale a diventare uno  dei più gravi problemi dell’epoca contemporanea’.

Secondo l’Oms, nel 2020 la depressione sarà la  seconda causa di invalidità per malattia, subito dopo le malattie  cardiovascolari, con una stima di prevalenza pari ad un individuo su  sei, e con una probabilità di ricaduta compresa in un range tra il 35% e il 65%. La diffusione di questo disturbo interessa entrambi i sessi, con una prevalenza doppia nelle donne rispetto agli uomini, e tutte le fasce di età, con un tasso di prevalenza del 4% sotto i 18 anni.

I costi sociali della depressione sono elevati e «difficili da  sopportare – ha sottolineato Siracusano – per gli stessi pazienti». In termini di ore lavorative perse, tali costi ammontano in Italia a  circa 4 miliardi di euro l’anno (in Europa a 92 miliardi), che come  spesa a carico del Sistema sanitario nazionale, è di 4.062 euro per
ciascun paziente. È  sempre più rilevante nell’ambito delle varie  patologie – afferma il Luigi Ianiri dell’Università Cattolica del  Sacro Cuore– il dato delle dipendenze comportamentali che si stanno  affiancando ai disturbi da uso di sostanze, considerando che oggi le  due più importanti dipendenze sono il gioco d’azzardo patologico e la internet addiction. Con la differenza che nell’attuale  classificazione ufficiale dei disturbi mentali, il gioco d’azzardo è  stato codificato, mentre la patologia legata alla dipendenza da  internet ha bisogno ancora di tempo, perché mancano i riscontri di evidenza scientifica. 

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