Migranti, il sindaco di Vitulano dice basta e chiude la strada per il centro d’accoglienza

12 Feb 2017 20:03 - di Giulia Melodia

Dopo il primo cittadino di Certaldo, oggi è stata la volta del sindaco di Vitulano, il Pd Raffaele Scarinzi, arrivato letteralmente agli estremi rimedi attuati di fronte a mali arrivati veramente all’estremo. E così, dopo aver pazientato e ospitato, denunciato il collasso delle strutture e della situazione della realtà da lui amministrata, si è visto costretto a ricorrere a un’ordinanza per stabilire la chiusura dell’unica strada che porta al centro di accoglienza per rifugiati. A dimostrazione che, le città tracollano e i loro amministratori sono allo stremo delle forze e delle possibilità: l’emergenza e la protesta contro una scellerata e ormai fuori controllo gestione dei flussi migratori e della politica dell’accoglienza coatta sono bipartisan

Sindaco chiude la strada che porta al centro d’accoglienza

Dunque, il sindaco campano ha stabilito con un’ordinanza di chiudere l’unica strada che porta al centro di accoglienza per rifugiati di Vitulano, in provincia di Benevento, firmando solo ieri un provvedimento d’urgenza mirato a chiudere la strada via Castello-Arnara “perché non percorribile in sicurezza”. A quanto spiega lo stesso sindaco nell’ordinanza, Ufficio tecnico comunale e polizia municipale hanno evidenziato “il grave pericolo nel transito della strada, già interessata da dissesti e cedimenti di alcune parti a seguito dell’alluvione, e oggi sottoposta a un utilizzo insostenibile per la presenza di una struttura, autorizzata per finalità agrituristiche e per un numero massimo di 12 persone, che oggi ne ospita il triplo”.

Un grido d’allarme ignorato fino ad oggi

Non solo: secondo il sindaco “il predetto uso improprio dell’immobile e della strada rurale è divenuto ancora più pericoloso a seguito delle continue manifestazioni di protesta dei rifugiati e dei cittadini di Vitulano, che hanno determinato un continuo andirivieni di mezzi”. Unica soluzione, dunque, per tutelare l’incolumità dei cittadini, è la sua chiusura. Una chiusura causata da oggettive logiche numeriche e di spazio e di stabilità delle strutture, logiche dettate dal diktat dell’accoglienza e deteriorate dalla loro pratica applicazione. Una realtà quotidiana che ha alimentato e procrastinato nel tempo e nel silenzio delle istituzioni locali e degli apparati Ue uno stato di difficoltà che ha endemizzato il virus della crisi. Se addirittura le strade battute dai migranti ospitati e dai cittadini che protestano contro il dovere di accoglierli rischiano di franare sotto i piedi di chi le percorre, vuole dire che la situazione (come la strada) non sta per crollare, ma è già precipitata. E da un pezzo anche…

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