Lo scooter di Di Battista venduto a un finanziere che ama i paradisi fiscali

2 Feb 2017 14:18 - di Robert Perdicchi

Quello scooter è stato il simbolo della battaglia grillino contro la riforma costituzionale e ora è finito nelle mani di un imprenditore vicino al Pd (fu editore dell’Unità), Maurizio Mian, noto alle cronache giornalistiche come un amante dei paradisi fiscali e beneficiario dello scudo fiscale di Tremonti, che gli consentì di far rientrare dal Lichtenstein decine di milioni portati all’estero. Lo scooter con cui Alessandro Di Battista ha girato l’Italia in lungo in largo, per una tratta affiancato da Beppe Grillo, è stato venduto a Mian e il ricavato andrà ad un’associazione del Comune terremotato di Accumoli. Ad annunciarlo, dal blog di Beppe Grillo, è stato lo stesso Di Battista: «Oggi che ho venduto lo scooter posso darvi alcuni numeri. Dal 7 agosto al 7 settembre ho speso in totale 802,36 euro! Circa 480 euro di benzina e meno di 50 di caselli (non ho quasi mai preso l’autostrada). Mi hanno ospitato praticamente dovunque, mi hanno invitato a pranzo, a cena, mi hanno regalato formaggi, frutta, olio d’oliva. La spesa più grande l’ho sostenuta per comprare il motorino: circa 7.400 euro. Li ho spesi io questi soldi, non il contribuente come accusarono certi calunniatori professionisti. Ebbene quel motorino, l’altro ieri, è stato venduto a 10.150 euro. Questo denaro (tutto quanto) è già arrivato – senza passare sul mio conto – ad un’associazione di Accumoli che lo utilizzerà per dare una mano alle vittime del terremoto. Nelle prossime settimane vi comunicherò come sarà speso». Neanche una parola sull’acquirente, Mian, non esattamente un profilo “grillino”…

Mian e il cane che ereditò
150 milioni di franchi

Gunther è il nome del pastore tedesco di Maurizio Mian, l’imprenditore già presidente del Pisa, del quale si favoleggiava che avesse ereditato 150 milioni di marchi da una nobildonna tedesca: una bufala che tenne banco per mesi, così come quella sul fatto che il cane sarebbe stato l’azionista di maggioranza dell’Unità. Per comprare il giornale del Pd, invece,  Mian utilizzò soldi “scusati”, come egli stesso spiegò: «Tutti i soldi usati per acquisire il 37 per cento dell’Unità sono scudati. Sono soldi che venivano dalla vendita della nostra azienda farmaceutica. All’epoca abbiamo lasciato i soldi in Lichtenstein, poi è arrivato Tremonti e abbiamo tremontizzato i soldi, li abbiamo riportati in Italia. Al Pd lo sapevano tutti, anche Bersani. Glielo avevo detto in privato», raccontò l’imprenditore nel corso della Zanzara su Radio 24. 

 

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