Libia: Alfano capisce di aver puntato sul cavallo sbagliato, ma ora è tardi…

9 Feb 2017 17:38 - di Giovanni Trotta

L‘Italia ancora non vuole ammettere di aver commesso un errore capitale appoggiando, su ordine della Ue e dell’America di Obama, il “premier” libico al Sarraj, che oltre a non essere premier non potrebbe neanche fare il sindaco di Tripoli, poiché vive asserragliato in un palazzo e non controlla neanche la città. Altro che premier… Mentre il generale Khalifa Haftar ha il controllo della maggior parte della Libia. Ma siccome il generale è vicino alla Russia, l’Italia deve obbedire a Bruxelles. Per quanto  riguarda l’ennesimo schiaffo alla politica estera dellì’Italia e della Ue, la bocciatura dell’accordo sull’immigrazione firmato dal governo italiano e da Fayez al-Serraj, questa non ha ovviamente sorpreso il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. “Era naturale che ciò accadesse – ha spiegato ai giornalisti il titolare della Farnesina – ognuno fa la propria parte ed è chiaro che firmando Tripoli boccia Tobruk, ma dentro questa situazione c’è anche il fatto che il nostro ambasciatore e’ andato lì (a Tobruk, ndr) ed è stato accolto molto bene”. “Non si tratta di vicende che si risolvono da un giorno all’altro, stiamo lavorando molto bene anche con l’est (con Tobruk, ndr) e sottolineerei l’ottima missione del nostro ambasciatore a Tobruk piuttosto che sottolineare un evidente, razionale posizione negativa di Tobruk che se avesse riconosciuto l’accordo avrebbe riconosciuto anche il firmatario. Quindi è elementare che dicano di no”, ha evidenziato Alfano.

Alfano ventila la possibilità di aprire un consolato a Tobruk

Alfano poi è costretto a difendere la scelta del governo italiano, è elementare anche questo: l’Italia non è “a favore dell’ovest”, ovvero Tripoli e il consiglio presidenziale, e “distratta sull’est”, ovvero Tobruk e il suo Parlamento rivale di Tripoli. “Noi siamo un Paese che considera la Libia un unico Stato e un unico popolo” e “tutto quello che abbiamo deciso non è a favore di una parte della Libia”, ha affermato il ministro degli Esteri. Anzi, “siamo stati tra i primi a mostrarci favorevoli a dare un ruolo al generale Haftar”, ha ricordato Alfano riferendosi al generale legato al Parlamento di Tobruk. “Su questa strada continuiamo a muoverci e favoriamo tutte quelle relazioni e rapporti anche con altri Paesi che abbiano a cuore la stabilità della Libia che per noi vuol dire più sicurezza e meno migranti. Questo è l’obiettivo”, ha sottolineato. “Sull’apertura del consolato a Tobruk ci stiamo lavorando anche per alleggerire di un po’ di pratiche la nostra ambasciata a Tunisi, ha aggiunto Alfano, commentando con i giornalisti a Roma la possibile apertura di un consolato italiano a Tobruk. Ma gli consigliamo caldamente di non farlo…

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