«Fiducia sullo Ius soli»: l’idea del Pd per risolvere i suoi guai

22 Feb 2017 14:04 - di Viola Longo
Orfini

Il primo effetto della scissione del Pd? L’idea di mettere la fiducia sullo Ius soli. A proporla è il presidente del partito, Matteo Orfini, “reggente” dopo le dimissioni di Matteo Renzi da segretario. In una intervista a La Stampa Orfini indica quelle che secondo lui devono essere le priorità del governo e, insieme alla riforma dei vaucher e a uno stop alle privatizzazioni, parla anche una decisa accelerazione sulla legge sulla cittadinanza, anche apponendo la fiducia. 

Da Orfini una proposta tattica

«Lo ius soli è incomprensibilmente bloccato al Senato: un governo forte e autorevole come il nostro, di fronte a italiani lasciati senza diritti, può pensare ad aiutare l’approvazione con la fiducia», ha detto Orfini. La proposta ha un valore tattico per il Pd, poiché mette all’angolo gli scissionisti che difficilmente potrebbero far mancare la fiducia al governo su un tema del genere, con il risultato che l’esecutivo potrebbe poi rivendicare con il capo dello Stato i numeri per andare avanti. Di contro, però, l’idea genera un rischio al centro: a giudicarla irricevibile, infatti, non c’è solo tutto il centrodestra, ma anche parte della stessa maggioranza di governo. «Porre come paletto all’azione del governo la legge sullo Ius soli, addirittura con la fiducia, significa non avere per niente il polso del Paese», ha affermato il deputato di Area popolare, Nino Bosco, parlando dell’uscita di Orfini come di una «forzatura» da «rimandare al mittente». 

Meloni: «Gentiloni chiarisca se è una sua priorità»

Le reazioni più ferme, però, sono arrivate dal centrodestra. «Dopo aver reso l’Italia il campo profughi d’Europa, nonché l’unica nazione al mondo che finanzia la propria invasione, il Pd prova a ottimizzare anni di politiche scellerate sull’immigrazione», ha scritto Giorgia Meloni sulla sua pagina Facebook, aggiungendo che «visto che gli italiani non voteranno più per il Pd si stanno attrezzando per far votare gli immigrati, dei quali – in effetti – sono stati il governo per tutti questi anni». Meloni, quindi, ha chiamato in causa lo stesso premier Paolo Gentiloni, chiedendo che «dichiari pubblicamente se è vero che lo Ius soli è diventato la priorità del suo governo». «Per Fratelli d’Italia – ha concluso Meloni – la cittadinanza non è un automatismo, ma è il suggello di un percorso, durante il quale bisogna dimostrare di desiderarla, volerla e meritarla».

Gasparri: «Ius soli sbagliato e incostituzionale»

E la richiesta di una «pubblica presa di distanze del presidente del Consiglio» è arrivata anche da Maurizio Gasparri, che ha chiesto: «Ma come si permette Orfini? Fino a quando il Pd continuerà a fare danni all’Italia?». «Orfini non ha l’autorità per imporre l’agenda al Parlamento, né tantomeno al governo», ha sottolineato Gasparri, avvertendo che «lo Ius soli è fermo al Senato e lì morirà». «La cittadinanza facile per gli immigrati non sarà mai legge», ha avvertito il senatore azzurro, spiegando che «siamo disposti a tutto per non far passare un principio sbagliato e incostituzionale». «Prima i cittadini, prima gli italiani. Le priorità – ha chiarito Gasparri – sono il lavoro, la sicurezza, un fisco meno vessatorio, lo stop all’immigrazione clandestina».

Salvini: «Faremo le barricate in Parlamento»

Di ipotesi «impensabile» ha poi parlato Matteo Salvini, che ha avvertito che però «se dovesse accadere noi portiamo dentro il Parlamento la rabbia che c’era ieri fuori dal Parlamento, sempre isolando ovviamente gli episodi di violenza». «La cittadinanza facile o il voto regalato a migliaia o a milioni di persone per decreto – ha aggiunto il segretario della Lega – è una follia che nessuno si può permettere di ipotizzare. Facciamo le barricate vere, dentro però, non fuori». 

 

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