Fabrizia uccisa dall’Isis e umiliata dai tedeschi. Ai genitori il conto dell’obitorio

28 Feb 2017 9:52 - di Robert Perdicchi

La denuncia è pesantissima e arriva da persone perbene e tranquille, i familiari di Fabrizia Di Lorenzo, morta nell’attentato dell’Isis ai mercatini di Natale di Berlino del 19 dicembre scorso, in cui morirono altre 11 persone e 60 rimasero ferite. «Insensibili, assenti, disorganizzati, incapaci»: così i familiari della ragazza di Sulmona accusano i tedeschi. I parenti ce l’hanno con le autorità di Berlino per come si sono comportate, e non solo su una questione economica. Alla famiglia non andrà alcun risarcimento, a meno che non venga cambiata un’assurda legge del 1985 che lo esclude per i danni causati alle vittime di crimini violenti commessi «con un veicolo a motore o un rimorchio», come il 19 dicembre 2016.

Per Fabrizia niente risarcimenti e poca solidarietà 

L’incredibile vicenda è raccontata ad un articolo del Corriere della Sera, che intervista mamma Giovanna e papà Gaetano e il figlio Gerardo, 27 anni, che studia ingegneria al Politecnico di Torino. «Non c’è importo che possa pagare la morte di nostra figlia – spiega la signora Giovanna – ma un risarcimento significherebbe ammettere le responsabilità per non aver fermato un criminale noto da anni, e per non aver preso precauzioni, come le barriere installate dopo l’attentato». Per ora, l’unico risarcimento andrà ai parenti dell’autista polacco del tir perché è stato ucciso da Amri a colpi di pistola e non sotto le ruote. Per gli altri c’è solo il fondo tedesco (appena 7,5 milioni) per le vittime della strada. «Ci sentiamo presi in giro da chi non vuole riconoscere di aver sbagliato e non vuole evitare che quello che è accaduto si ripeta in futuro». 

Il conto dell’obitorio da pagare: l’Isis se la ride…

Ma le umiliazioni riguardano anche l’atteggiamento del governo tedesco, fin da subito dopo la tragedia: giorni e giorni in attesa di sapere notizie, prima di poter riportare la salma in Patria, nessun messaggio di cordoglio, nessun riconoscimento pubblico, neanche un contatto con le autorità, fino al paradosso: il conto dell’obitorio da pagare, poi ritirato senza scuse. La protesta della famiglia Di Lorenzo è arrivata anche alle orecchie del presidente Mattarella: «Presidente è stato detto che ciò che aveva amareggiato era stata la mancanza di sensibilità e umanità ma anche che la Germania si era dimostrata inefficiente e incapace, a dispetto della sua immagine internazionale». Sarà il Quirinale a muoversi nelle sedi opportune?

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