Allarme pediatri, oltre 5000 in meno: per molti bimbi medico a rischio

1 Feb 2017 15:43 - di Redazione

Sos pediatri. «Si calcola che nel 2010-15 abbiamo “perso”  1.750 pediatri, mentre in base ai dati anagrafici tra il 2015 e il 2020 ne andranno in pensione 3.630». Il grido di allarme viene da Teresa Rongai, segretario regionale Fimp (Federazione italiana medici  pediatri) per il Lazio.  «C’è,  insomma, un problema di sostenibilità del sistema, con il quale i  genitori italiani sono costretti a fare i conti. Ci chiamavamo  pediatri di libera scelta perché le famiglie potevano scegliere  liberamente lo specialista di fiducia vicino casa. Ora, di fatto, questa possibilità di scelta in molti casi non c’è più».

E la situazione rischia di peggiorare, visto che i pediatri  invecchiano e vanno in pensione, ma i giovani arrivano col contagocce. «Oggi sono circa 11 mila i pediatri di libera scelta attivi, mentre ne servirebbero 14 mila. Dalla nostra specialità escono però solo 280  giovani l’anno, troppo pochi per sanare le uscite». 

Ma in un’Italia che invecchia servono davvero  tanti pediatri? «Certamente – risponde Rongai ad Adnkronos salute – perché per fortuna i  bambini continuano a nascere e noi li seguiamo per molti anni. Il  problema è che le nuove leve non bastano a colmare i vuoti lasciati  dai pensionamenti. E a soffrire non è solo la pediatria di famiglia:  anche fra gli ospedalieri c’è carenza di specialisti. Vorrei ricordare che la nostra presenza sul territorio fa dell’assistenza pediatrica  italiana un fiore all’occhiello rispetto al resto d’Europa. Un tipo di assistenza ora a serio rischio».

Secondo il segretario regionale Fimp Lazio, insomma, è arrivato il  momento di ripensare la programmazione. «E bisogna farlo in fretta,  anche perché la gobba pensionistica avrà il suo apice nel 2020-30».

Il problema di trovare o cambiare il dottore del piccolo di casa non  riguarda per ora i neonati e i fratellini dei baby-pazienti, «che –  ribadisce l’esperta – possono essere iscritti in deroga, anche se  questa informazione potrebbe non essere conosciuta da tutti i  genitori: nel Lazio, ad esempio, sul sito apposito il pediatra appare
completo e non si segnala la possibilità di iscrivere comunque un  neonato o un fratellino». Invece anche la comunicazione corretta e  completa «è importante, e potrebbe semplificare la vita ai genitori», conclude Rongai.

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