Verso il 28 gennaio. Meloni in piazza per restituire dignità agli italiani (video)

26 Gen 2017 9:55 - di Ginevra Sorrentino

Dopo i governi Monti, Letta, Renzi e quello in corso a guida Gentiloni. E, soprattutto, dopo la sentenza della Consulta, che ha respinto metà del testo dell’Italicum – ha rigettato la questione di costituzionalità relativa alla previsione del premio di maggioranza al primo turno, sollevata dal Tribunale di Genova, e ha invece accolto le questioni, sollevate dai Tribunali di Torino, Perugia, Trieste e Genova, relative al turno di ballottaggio, dichiarando l’illegittimità costituzionale delle disposizioni che lo prevedono – Giorgia Meloni non ha più dubbi sulla necessità e in merito alle possibilità di andare subito al voto. ««La sentenza della Consulta ci consegna una legge elettorale che permette di andare alle elezioni. Non ci sono più alibi.Chi nega questa evidenza, in realtà, lo fa solo per rimanere abbarbicato sulla poltrona. E noi scenderemo in piazza per chiedere subito le urne», ha dichiarato la leader di Fratelli d’Italia dalle colonne del quotidinao Libero che l’ha intervistata a 48 ore dalla manifestazione di piazza, Italia Sovrana, prevista per sabato 28 a partire dalla ore 14 e articolata in vari momenti e diversi percorsi che attraversaranno la Capitale.

Giorgia Meloni su “Italia Sovrana in piazza”

«Andiamo al voto con la legge che c’è. Punto», rilancia dunque la Meloni, rifiutando l’argomento pretestuoso avanzato da più parti – e in maniera bipartisan – nelle ultime ore, che serva a questo punto prima armonizzare le leggi tra Camera e Senato. Non solo: pensando agli schieramenti futuri la leader di FdI avverte i colleghi azzurri: «Se si vota adesso, io non posso aspettare (la sentenza su Berlusconi di Strasburgo, ndr). Spero che Berlusconi voglia dare la possibilità a Forza Italia di misurarsi a prescindere dalla sua presenza fisica sulla scheda elettorale». Ed è per dire questo, e per ribadire tutto quanto sostenuto già durante l’esecutivo renziano, che Giorgia Meloni tornando sulla manifestazione di sabato chiarisce: «Italia Sovrana in piazza rappresenterà il punto di  partenza di un percorso nel campo del centrodestra per la costruzione  di una proposta politica fondata sul concetto di sovranità e sulla  difesa dei bisogni e degli interessi del popolo italiano. Alla kermesse sono state invitate tutte le forze politiche che si  riconoscono in questo percorso e che vogliono presentare agli italiani una proposta politica basata sulla coerenza e sulla chiarezza».  L’appuntamento per il corteo, allora, è alle 14 a Piazza della Repubblica, mentre per gli interventi dal palco è alle 15.30 a Piazza San  Silvestro. Ecco allora i punti nevralgici che hanno motivato l’iniziativa riassunti in schematici punti e argomentati dalla stessa Giorgia Meloni in Rete e in tv.

I nodi da sciogliere e la manifestazione di piazza

1) «Migranti, blocco navale? Governo e Ue si sono svegliati». Fdi lo propone da anni, basta perdere tempo. «Buongiorno al governo e all’Europa: dopo  che per anni ci hanno spiegato in tutte le salse che la proposta di Fratelli d’Italia di lavorare per un blocco navale al largo della Libia per fermare gli sbarchi degli immigrati non era fattibile, ora si svegliano e propongono la stessa identica cosa. Si passi subito dalle parole ai fatti e si fermi una volta per  tutte questa invasione»

2) «Legge elettorale, ora non ci sono più scuse: elezioni subito». «Ora che abbiamo anche una legge  elettorale non ci sono più scuse: sabato 28 gennaio tutti in piazza a Roma per chiedere elezioni subito». Lo scrive su Twitter il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, commentando la sentenza della  Corte Costituzionale sull’Italicum.

3) «Quattro amici al bar pretendono di governare la capitale». «Penso che il titolo della chat tra la sindaca Raggi, Frongia, Marra e Romeo la dica lunga: “Quattro amici al bar”. Il problema è che i “quattro amici al bar” pretendono di  governare la Capitale”. E ancora: «Ho sentito ieri Alessandro Di Battista dire: ma noi stiamo facendo esperienza. In pratica si usa il governo della Capitale d’Italia per fare tirocinio. Il tirocinio si fa un po’ prima: fai il consigliere comunale qualche anno, impari a governare, a fare qualcosa, a capire come funziona la macchina amministrativa, poi ti candidi sindaco.  Perché se ti candidi sindaco per poi fare il tirocinio da sindaco è un problema per la Capitale. Ma questa obiettivamente non è la nostra storia… Quello che possiamo dire è che speriamo che prima o poi questi  Cinquestelle finiscano questo tirocinio e comincino a governare la Capitale. Ho sentito dire dalla Raggi che vuole governare 5 anni: speriamo che prima o poi cominci anche».

 

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