Trump ossessionato da Hillary? Balle, è il NYT a essere ossessionato da Trump

24 Gen 2017 15:49 - di Michele Pezza

C’era una volta l’America, intesa come Usa, dove le polemiche politiche scandivano solo il prima e il durante della campagna elettorale. Mai il dopo. Neppure la risicatissima vittoria strappata da George W. Bush contro il clintoniano Al Gore grazie a pochi, contestatissimi voti della Florida suscitò il pandemonio che sta ora scatenando l’inatteso (dalla grande stampa) trionfo di Donad Trump.

“Retroscena” anti Trump del New York Times

Da novembre, mese in cui gli statunitensi hanno votato, ad oggi non vi è stato infatti un solo giorno passato in cavalleria, privo cioè di polemiche sui numeri elettorali e soprattutto sulla differenza tra voti popolari – Hillary Clinton ne ha avuti tre milioni in più – e voti dei delegati dei singoli Stati, gli unici in base alla Costituzione americana ad assegnare la vittoria finale. Con questa clima era persino scontato che l’insediamento del neo presidente alla Casa Bianca rinfocolasse le mai supite polemiche. Al punto che lo stesso Trump – almeno secondo un retroscena del New York Times – sarebbe stato costretto a parlarne nel corso del suo primo incontro ufficiale con i leader del Congresso, ribadendo (lo aveva già fatto a novembre, via tweet) che la vittoria in sede di voti popolari gli è stata rubata dall’intervento di milioni («dai tre ai cinque», scrisse allora) di immigrati non autorizzati.

Ancora polemiche sui voti popolari pro-Clinton

Una ricostruzione che però non convince il New Tork Times, giornale tra i più schierati in favore della Clinton, e che ora balza sull’indiscrezione per tornare a battere contro Trump. Per il Nyt, le affermazioni  del presidente non sono state suffragate dalle verifiche effettuate, ma il fatto che il presidente già insediato abbia deciso di riproporre lo stesso tema durante la reception nello State Dining Room della Casa Bianca «dimostra – scrive il giornale – quanto continui ad occuparsi delle implicazioni dell’esito del voto e a stare in ansia per la minoranza ottenuta ai voti popolari anche dopo essere salito ufficialmente al potere».

 

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